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sabato, giugno 26, 2004

Un incontro nel verde 



Stralci da una e-lettera di Roberto a Francesco (che si dichiara disponibile a vedersi, fra il 26 luglio e il 1 agosto):

C’e’ ancora una ‘cartolina’ di Claudio sul gianblog, che ipotizza una riunione ‘improvvisa’ per chi ci sta…. Se vuoi considerare l’ipotesi di passare da queste parti, potrebbe andar bene un incontro a pranzo, di martedì o di mercoledì.

Conosci la ferrovia porrettana? E’ stata la prima che ha unito il nord con il centro e il sud d’Italia (cioe’ Bologna-Porretta-Pistoia-Firenze). A 20 minuti di treno da Porretta (25 per chi viene da Pistoia) c’e’ la stazioncina di Pracchia. 700 metri di altitudine, nel verde e al fresco. E’ li’ che imbottigliano l’acqua Silva.

A pochi passi dalla stazione, che dista 6 minuti di macchina da casa mia, c’e’ una trattoria interessante (e’ sulla cresta dell’Appennino, dove finisce la Toscana e comincia l’Emilia, e le due cucine si incontrano felicemente). Alternative: ‘la vecchia cantina’ (che di vecchio ha solo il vino) a Maresca, o, su prenotazione, ‘il mulino di Berto’ a Orsigna (in questo caso, volendo, con uno scultore, mio vicino di casa, che suona la chitarra e canta le canzoni di Guccini e dell’anarchia): Altra alternativa: grigliata vicino a un laghetto artificiale…


L’incontro avverra’ probabilmente il 27 o il 28 luglio: prima adesione Stufano C., incerto fra l’incrocio tosco-emiliano o la grigliata sul laghetto.

Si ricorda a tutti che per settembre e’ previsto un incontro plenario per il ritorno a Firenze di Gherardo (e forse avremo occasione di vederci in quel periodo per i ‘settanta anni’ del liceo).
Nella primavera successiva si spera in un’apparizione di Jacopo: cominciate a far stagionare i prosciutti e quanto altro servira’.

giovedì, giugno 24, 2004

Claudio su meeting, trap e berlusca... 

Nessun commento ai risultati delle elezioni.Nessun commento , prima o dopo, a questi deludenti europei. Un rallentare dei ritmi che si avverte, come da stanchezza comunicazionale. Che accade ? Lo spleen estivo allontana dalla comunicazione circolare ?
Sono spariti gli Stefani, ma anche lo Jacopo latita..
Intanto per il rivedersi, come Francesco e Susanna auspicano, ribadisco: per me, basta fissare giorno ed ora, da Milano ci sono solo 300 km, dopotutto, e voi tutti ben meritate il viaggio ...Ripeto che l'ideale sarebbe che uno dicesse, io quel giorno alla tal ora, ecc...gli altri seguiranno, chi più, chi meno. Non c'è motivo di dispersioni organizzative, il gruppo è adulto e può sopportare qualche assente. Credo che la data (in estate bisognerebbe proprio fosse di sera...)la debba decidere chi ha più vincoli di orario o di presenza. Roberto ? Il bolognese ? La romana fiorentina bimensilmente ?? Non penso sia un gran problema. Per me luglio è ok, fatemi sapere.
Il berlusca, come il Trap, le han buscate. Entrambi, a me sembra, non hanno saputo leggere ciò che chiunque, dall'esterno già sapeva: che l'unto dal signore, come Vieri, Del Piero, per tacere del lama Totti,erano cotti, privi di lucidità e ormai reale carisma . Guarda come l'occhio esterno vergine , non coinvolto, può penetrare ben più profondamente dei coinvolti, la realtà. E' questo il messaggio consulenziale tipico: eppure, confermo che innumerevoli sono le aziende che, come il Trap ed il Berlusca, sono presuntuosamente cieche della loro realtà...Che fare per illuminare i ciechi ??In attesa dei Vs. consigli, vado a vedere Portogallo/Inghilterra. Secondo me, non c'è gara: vincono i figli di Albione...I books, la danno al 188/100: se punti 100, lucri 188 (capito Massimo ??)

Claudio vi augura ogni chiarezza

domenica, giugno 20, 2004

da francesco, a gherardo e susanna 

Invidio Gherardo per il suo programma estivo. Divertitevi!
Cara Susanna, sono davvero contento che anche tu ti sia messa a frequentare il blog. L'intermezzo "politico" al quale alludi non riguardava esattamente la guerra: in alcuni, ci siamo solo scambiate alcune considerazioni generali sul cambiamento del clima politico dalla gioventù nostra ad oggi. Non ti è però sfuggito, forse, che commentando uno dei tuoi primi messaggi ho espresso l'auspicio di poter scambiare due parole con te sulla guerra.
Ti ringrazio, Susanna, per aver raccolto la mia proposta di rivederci ancora, magari non tanto in là. Per quanto mi riguarda, dovrei essere in zona alla fine di luglio. Chissà in quanti saremmo, però, ad una data così avanzata dell'"estate italiana" (come dice la televisione). E se no, settembre potrebbe essere un momento migliore.
Ma abbiamo bisogno dei principali e capaci protagonisti del ritrovo storico della VC per queste questioni organizzative: Claudio?Roberto?

sabato, giugno 19, 2004

da susanna 

carissimi, riapro dopo un po' perché nel frattempo avevo perso l'indirizzo. Sono rimasta indietro su troppe cose. Vedo una discussione politica tra francesco, vagamente retrò e Verità, a cui vorrei partecipare, ma credo di aver perso un po' di allacci. Non ho capito chi ha scritto che pensa bene chi è contro la guerra: non sono d'accordo. E' facile dire sono contro la guerra, chi non lo sarebbe, ma il fatto è che se la guerra ti viene fatta tu devi avere il coraggio di rispondere per salvare te stesso e i tuoi simili: io credo che questa sia la situazione tra l'occidente e il terrorismo, per cui forse le modalità della guerra all'iraq non hanno funzionato a pieno, e il terrorsimo ribolle frenetico in un calderone acnorae forse più pericoloso di prima, ma il processo sarebbe andato avanti comunque e la mossa di sparigliare le alleanze nel medio oriente è ben pensata, va affrontata, esattamente per non rimettersi addosso lo spirito di monaco che ha immobilizzato l'Europa prima che si autoconsegnasse nelle mani di Hitler (o qualcosa del genere).
Più lightly vorrei raccontarvi in brevissimo dell'incontro tra me e Gherardo al bar cibreo di Firenze: due bersaglieri a testa (come li chiamano i cavatori delle apuane, bianco secco con un goccio di campari) e due ore di chiacchere come se non ci fossimo mai persi di vista dal '66 in poi. Beh, emozionante e fantastico. Cos'è che tiene uniti quelli della c, vi chiedete. Un po' tutte le cose che dite, ma rimane un che di misterioso, perché in fondo io e Gherardo non avevamo mai chiaccherato per due ore di seguito nemmeno nel 65 o 64 che fosse, eppure era come se fossimo parenti, amici... comunque ogni malinteso era impossibile e la schiettezza faceva da padrona, oltre a una grande curiosità di sapere su mille piccole cose cosa gherardo pensasse e come avesse vissuto fino oggi: credo di averlo salassato a forza di domande. Una bella esperienza. Dunque, come dice francesco: quando ci si vede? susanna

Da Gherardo  

Sono in partenza (by bike) per la Grecia.
Quest'anno mi tratterrò nelle isole ioniche (ci sono stato l'ultima volta nel '92), in particolare a Zacinto, Cefalonia ed Ithaca. Quindi ci "rivedremo" nella seconda metà di luglio. Vi manderò una "cartolina via e-mail".
Nel frattempo voglio consigliarvi la lettura di un libro che ho appena terminato:
"Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di Robert M.Pirsig.
Penso che alcuni lo abbiano già letto e, per chi non lo conosce, preciso che di fatto non ha niente a che vedere con la mia passionaccia per le due ruote, è solo una casualità.
E' un libro degli anni '70, "a cavallo di una motocicletta e della mente".
Cerca di affrontare domande tipo: da cosa nasce la tecnologia, perchè provoca odio, perchè è illusorio sfuggirle ? Che cosa è la Qualità ? Perchè non possiamo vivere senza di essa ?
Salutissimi e buona lettura
Gherardo

Cari Claudio e Gherardo (da Francesco) 

Credo che abbiate illustrato bene gli elementi di fondo dll'ethos della nostra classe. Avevamo avuto il senso di star facendo un'esperienza impegnativa, sopratutto per la presenza dell'Albanese e di altri insegnanti di vaglia; e intuivamo anche che i nostri compagni di classe non si trovassero a caso in quella unità ma a causa di una disposizione intellettuale non comune. Per quanto mi riguarda, credo sia stato mio padre a cercare di far di tutto perché finissi in 'C'. Vi ricordate, mio padre insegnava nella 'A' e 'B' (ma forse Gherardo ricorda ancor meglio di me. E so anche perché: non tanto perché quella sezione rappesentasse un'élite sociale, quanto perché godeva di una fama di alto livello di insegnamento. E lui avrebbe sopratutto voluto che io avessi un buon rapporto con la matematica, dal momento che sotto sotto sperava che non avrei intrapreso la sua stessa strada umanistica (mi sono accorto che questo era un ragionamento diffuso presso i padri di quel tempo).
Claudio suggerisce che la 'VC' potrebbe essere una costruzione successiva della memoria e del piacere di ricordare. Molto verosimile, anche questo. Io aggiungerei anche che, in realtà, raramente la classe ha vissuto qualcosa come un intero collettivo. In realtà, c'erano delle articolazioni interne, di gruppi di noi che si vedevano furoi della scuola con una certa assiduità: e poi, alcuni free-lance, diciamo più individualisti. Per intendersi, Claudio apparteneva, secondo me, a questa seconda categoria; mentre Cancellieri, tutto sommato, nonostante i suoi aristocratici sbuffi, era parte chiaramente di un sotto-collettivo, con Jacopo, Sandro, forse il sottoscritto. Però, poi, queste articolazioni comunicavano abbastanza intensamente tra loro, e uno spirito della classe finiva con il formarsi.
Ricordate che una delle VC prima della nostra (quella di Lorenzo Tasselli, per intenderci)ha bruciato subito tutto il suo spirito di corpo, anche in forma un pò provocatoria e antipatica: "Hic sunt leones", avevano scritto sulla porta della classe, rivolta al corridoio ... .

venerdì, giugno 18, 2004

Da GHERARDO 

Per Francesco
Infatti, la sezione D aveva come lingua il tedesco, c'era la mia ex moglie, e per questo ben ricordo che non c'era Andrea Ziffer

Significato della "classe" liceale per i nostri figli
Overall, concordo con la dotta dissertazione di Claudio.
Nello specifico le mie figlie sono rimaste amiche di uno/a, due, tre compagni/e di classe, ma tutto sommato a livello personale.
Non hanno, e non avranno mai, il "culto" di aver appartenuto ad un gruppo, e tantomeno ad un gruppo d'eccellenza.
Per noi il Liceo è stato un mezzo, ma anche un fine, per loro solo un mezzo per .... andare all'Università, ovvero trovare un lavoro.
Questo, a mio parere, deriva sia dalla particolarita della "Sezione C", ma anche dai "tempi" che globalmente hanno spersonalizzato i nostri figli.
La nostra generazione era più "attiva" e ci sentivamo protagonisti (e questo ha facilitato il senso di Gruppo), oggi di fatto ..... c'è il "Grande Fratello" (intendo quello televisivo) ed il conseguente passivo "assorbimento".
Last but not least, ai nostri tempi c'era già una scrematura su chi frequentava il liceo, non in termini di censo bensì di "visione".
Ed infatti, casi tipo il nostro, non credo ne esistano molti, ma esistono, sono più facilmente rintracciabili nei "Licei Classici"; io credo !
Ciao Gherardo

giovedì, giugno 17, 2004

Claudio e la quinta "G" e poi Francesco 

Nessuno di Voi ha letto il sole 24 ore di oggi ? Beh, si narra che Chicco Gnutti (il bresciano di Hopa, ex partner di Colaninno ecc) abbia, anni fa, (il 1998, direi) fatto una rimpatriata con gli ex del liceo. La classe era una "normale" 5a G e non una "gloriosa" 5a C. Gli adepti 16. Bene, il Chicco, miliardario spregiudicato (questo dicono cronache, insiders e rumors), per fare una sorpresa agli ex, mette in palio un orologio da 25 milioni (di lire) e fa estrarre a sorte...lo vince lui !!Annulla, tutto, chiede scusa, non ci sono brogli, e si rifà.Lo vince tale Lorettu Raffaele, impiegato alla Fiat, nato a Gonnesa (CA), l'unico emigrante (testuale) della compagnia.... La cosa carina è che convoca i 16 dal notaio, per un 13 dicembre, e (testuale nel resoconto) i 16, belli incravattati, si recano colà. Apprendono di essere appena diventati soci (per valori minimi), aggratisse, della "Quinta G Spa" spa com 25 miliardi di capitale. Negli anni, i dividendi percepiti sono ad oggi 500mila euro.

La storia mi ha incuriosito e ve l'ho riproposta, caso mai, qualcuno di lor professori, architetti, dottori, e sapienti vari fosse in cerca di spunti su come stupire tutti noi...

Caro Francesco, Barbara, mia figlia, ha 29 anni. Frequenta amicizie di quell'epoca, ma non mi sembra le manchi il gruppo di studenti d'antan. Lorenzo, di tre anni più giovane, conserva amicizie e frequentazioni del liceo, ed ha forse fatto una rimpatriata, 3 o 4 anni fa. Carlotta è ancora al liceo, ed il tema non si pone. Potrei dire, in sostanza, che per loro la scuola è stato un momento di passaggio, più o meno significativo ed appassionante, ma direi solo un necessario viatico alla vita futura, cui erano, e sembrano, molto "tesi". Da padre, posso garantire che non hanno avuto nessuno come la ns. MUSA (Mary), nè come la Duprè (Magnus pondus aeris...ricordi ??), o il Chiti, o l'Oli, per chi di noi l'ha avuto. Insomma, credo siamo stati dei privilegiati per il livello medio dei professori avuti, sostanzialmente. Dopotutto (nessuno di Voi lo ha mai citato) , la sezione "C" era la sezione "pilota" del liceo. Normale ci fossero i migliori professori (come media); forse non del tutto casuale che anche i discenti non facessero schifo...questo però, ancora non spiegherebbe perchè ci si sente così vicini noi.
C'è un concetto, che chiamerei "il senso della memoria" che ha una sua origine antropologica e psicologica. Domenico de Masi, ha, tra le altre cose, studiato i gruppi creativi dall'800 ad oggi :da Thonet, (quello della sedia) , al gruppo del progetto Manhattan (Fermi, i fratelli Bohr, Oppenheimer)sino ai ricercatori che hanno scoperto la struttura a doppia elica del DNA a Mr. Gore (quello della GoreTex).
Ebbene un tratto ricorrente, comune a tutti i gruppi, era il senso della memoria, il piacere della memoria. In questi gruppi, sempre, ad ogni occasione,apparivano una, due, tre macchine fotografiche, che immortalavano i gruppi, i singoli, ad ogni occasione, ufficiale o non...E poi le foto giravano, venivano scambiate per lettera eccetera.
Beh, forse, potremmo concludere che, come gruppo, siamo, o abbiamo molte caratterisitche tipiche, di un gruppo creativo. O no ??

Ciao a Francesco ed a tutta l'altra bella gente che ogni tanto beve un goccio, qui, al gianblog, al Bloggy Bar...

Claudio

Grazie, Gherardo (Francesco) 

Figurati, Gherardo, ero convinto che fosse nella 'D' forse perché Ziffer mi ha sempre saputo, di nome e di fisico, un pò di crucco: e la 'D', mi pare, era la sezione (o una delle due sezioni: anche la 'E'?) di tedesco.
L'episodio che racconti è grottesco, naturalmente,(oltre che assai divertente, come sempre)e certo assai significativo per la caratteristiche del Nostro. Si trattava veramente di una personaltà piuttosto eccentrica. Zan, invece, nulla, vero?
Mi viene in mente un'altra cosa. I nostri figli, hanno fatto un'esperienza simile alla nostra, sotto il rispetto della loro scuola superiore? La loro classe (i compagni di scuola, intendo) è stata importante nella loro vita, anche privata? Ne sentiranno la mancanza e il richiamo nella loro maturità? Per mia figlia, ad esempio, per niente: e ciò mi ha sempre stupito. Credo di aver attribuito ciò a una difficoltà di socializzazione che aveva lei. Posso chiedervi quale è la vosta opinione di genitori?

Da Gherardo, in risposta a Francesco 

Caro Franz,
a dimostrazione che sulle "classi" sei ancora un pò confuso ...... Ziffer frequentava la sezione "A" !
So tutto di lui, e vedrai poi perchè.
Di nome fa Andrea.
Lo rividi, post-liceum, a Novedrate (centro di istruzione della IBM nei pressi di Cantù).
Io ero già a Novedrate ed organizzai uno scherzo "di benvenuto" ad una "classe" di 30 nuovi arrivati, fra cui combinazione volle ci fosse Andrea Ziffer.
Quando mi vide, mi si avvicinò ed io lo ricacciai al suo posto fingendo di non riconoscerlo (mi ero preparato la parte perchè avevo in mano l'elenco dei partecipanti e lo avevo individuato preventivamente).
Se lo ricordano ancora tutti, perchè dopo aver sottoposto i 30 neo-arrivati ad una ulteriore "serie di test psico-attitudinali" folli (coniati perversamente ad arte da me), ma che la strizza per essere "rimandati a casa" fece sì che tutti li prendessero sul serio e si cagassero sotto per non sapere cosa rispondere, al grido di "MENS SANA IN CORPORE SANO" un mio amico-collega che era stato nazionale di mezzofondo, partì con la tuta con scritto ITALIA di corsa nel parco, sotto la pioggia, mentre i 30 malcapitati dovevano seguirlo, al fine di valutarne lo stato atletico e decidere chi accettare/assumere in IBM e chi rimandare a casa. Tutta Novedrate vide questi 30 sciagurati correre, sgranarsi estenuati sotto la pioggia, e l'ultimo a mollare fu lo Ziffer, con impermeabile e scarpe lucide.
Dopo un pò di anni l'ho incontrato di nuovo alla filiale IBM di Firenze ed era così:
- uguale a prima fisicamente (se possibile ancora più allampanato)
- dedito a viaggi nel mondo, flay and walk (più o meno)
- moglie femminista assatanata
- figli/e al seguito zainati (portati sulle spalle)
- vestiva (e veste tuttora) più o meno alla zuava
- va solo in bicicletta
- lavora ancora in IBM (non ha praticamente cambiato "incarico" in trent'anni) anche se, le due entità, si odiano da sempre (dal 74 ad oggi)
- l'ho rivisto pochi mesi orsono, ed è riconoscibilissimo anche per chi non lo incontri dagli anni '60; anche le altre caratteristiche sopra descritte sono tuttora valide, ad eccezione delle figlie zainate perchè oggi peserebbero troppo
A disposizione per fornire ulteriori dettagliate biografie su richiesta
Gherardo

mercoledì, giugno 16, 2004

Carneade ...? (da Francesco) 

Qualcuno di voi ricorda Zan e Ziffer? Due tipi, a loro modo, originali e interessanti. Zan deve essere stato un anno con noi in prima o in seconda liceo; Ziffer doveva essere nella sezione 'D'.
Zan era un tipo bruno, alto e atletico, che per un qual certo suo pronunciato paraculismo restava simpatico a Franco Bernini. Ziffer, rosso, altissimo, un pò curvo, aveva un curioso accento germanizzante.
Con Zan devo aver fatto qualche giro in bicicletta, forse anche in compagnia di Sandro. Ziffer, invece, deve essere stato un assiduo frequentatore di noi durante l'intervallo: ricorderete che, in IV o in V, avevamo la classe vicina al bar di Paris, un luogo propizio alle relazioni trasnazionali tra le classi (scolastiche, Gherardo, scolastiche ...).

lunedì, giugno 14, 2004

Non profit? 

Da Roberto: riprendo il discorso sul ‘paradosso di Claudio’ (e di Carletto).

Il poco che ho visto, in un settore maturo come quello della produzione di libri, si sposava bene con la tesi di Claudio (e di Carletto).
Anziani proprietari di vecchie tipografie, come Stianti di S. Casciano, parlavano di profitti del 50% visti in gioventu’, contro il 20% di venti anni fa. Non solo, ma prima di cambiare settore ho fatto in tempo a conoscere piccole realta’ dove l’attivita’ produttiva (stampa o altre parti della produzione libraria) era ormai praticamente senza profitto e serviva (e serve) solo di ‘facciata’ alla vera attivita’ remunerativa, cioe’ alla rendita proveniente dall’affitto di immobili, acquistati dai padri e dagli zii ai tempi d’oro.

Che sviluppo potra’ venire da un sistema dove la rendita da’ un guadagno maggiore della produzione?

Bisogna prendere atto che sono falliti i tentativi di socialismo realizzato, sia perche’ non hanno affatto portato a un maggiore sviluppo delle forze produttive, sia perche’ si sono regolarmente mostrati come antidemocratici ( e la democrazia non e’ un optional, di cui si potra 'eventualmente discutere una volta risolti i problemi economici': questa ultima e’ piu’ o meno la tesi di fondo del partito 'comunista' cinese).

Giustissimo il discorso di Massimo sui ’ limiti’ (intesi come ideali a cui tendere anche quando difficilmente realizzabili)
Preciso percio’ che sento ancora un certo fascino per la ‘bandiera rossa’, perche’ se e’ vero che ha combinato non pochi disastri dove e’ andata al potere, e’ anche vero che ha svolto un ruolo di promozione sociale importante dove e’ stata all’opposizione (e questo e’ proprio il caso che ci riguarda). Nessuno ha regalato nulla: risalgo dai racconti di famiglia ad antenati che al tempo della ‘bellé epoque’ si friggevano le ’piattole’ (bella per chi?) e potrei continuare con altri esempi.

Accettato il mercato come necessita’ per promuovere la produzione, occorre un intervento attivo di tutti gli organismi che possono servire a correggere le storture sociali piu’ gravi da subito e non in un futuro incerto (sindacati, cooperative associazioni e quanto altro, ma stato in primo luogo, per cui la democrazia e’ condizione indispensabile di miglioramento della societa’, e non un optional appunto).

C’e’ un settore di mercato, il terzo settore, ne’ privato ne’ pubblico, il settore del non profit, che e’ in espansione e varrebbe la pena di parlarne. Anzi, chi ne sa qualcosa, potrebbe farne una ‘cartolina sul ‘gianblog’

Per ora ciao a tutti da Roberto

sabato, giugno 12, 2004

Ancora sul paradosso di Claudio 

La ACME di Claudio,caso limite di ditta ultraglobalizzata, ha qualche difetto. Per esempio il costo delle materie prime non e' da aggiungere, perche' costi di estrazione o simili farebbero parte del costo dei salari, pagati tutti da questa unica ditta, ne' avrebbe costi di acquisto, perche' sarebbe già proprietaria di tutto.
Ma il "fondo" e' giusto: concentrazione e globalizzazione, portate all'estremo, darebbero un sistema che non riuscirebbe più a vendere i suoi prodotti, se non a prezzi al massimo uguali a quelli che si potrebbero permettere gli acquirenti, cioe' uguali ai salari, cioe' a profitto zero. E chi glielo farebbe fare? Quindi stop alla produzione e implosione del sistema.

Il discorso somiglia molto a un vecchio discorso di Marx, quello che trovava disdicevoli il lavoro dei bambini e le condizioni di lavoro della sua epoca superata.
Più o meno, cito a memoria, Carletto diceva che ogni ditta per battere la concorrenza deve investire e spendere per accelerare la produzione. I costi si distribuiscono sul prodotto che da' un profitto maggiore solo per l'aumento quantitativo della produzione, mentre tenderà a calare il profitto tratto dal singolo elemento prodotto (auto, scarpe o quel che sia).
Naturalmente ci sono altri metodi per far aumentare il profitto: per esempio comprimere i costi del lavoro inventando nuove forme di lavoro sottopagato (es. CoCoCo). Ma la regola di fondo resta valida: il profitto tende a calare (caduta tendenziale del saggio di profitto). Cio' sul lungo periodo portera' a sviluppare sempre meno la produzione.

L'illuso pensava che la soluzione sarebbe stata una societa' dove tutti avrebbero avuto volonta'di produrre indipendentemente dal profitto, con la proprieta comune dei mezzi di produzione.
Chiunque abbia assistito a una riunione di condominio sa che quello della proprieta' comune non e' un concetto semplice, ne' facilmente accettato (probabilmente lui viveva in Inghilterra in una di quelle case a un piano, come le fanno gli inglesi quando ne hanno la possibilita', vedi N. Zelanda).

Continuo domani, Roberto

giovedì, giugno 10, 2004

A ruota libera 

Da Massimo

Ragazzi siete di una velocità impressionante. Complimenti ai solutori dei gochi.

Claudio traspare molto pessimismo dai tuoi discorsi. In generale è vero quello che dici ma non puoi negare che una speranza dobbiamo e possiamo coltivarla (... Speme ultima Dea ... diceva l’amato Ugo Foscolo) per poter andare avanti. Sono d'accordo con Francesco.

Neanch'io riesco ad avere un idolo politico, e comunque il periodo che viviamo è molto particolare e non ci offre nessuna possibilità di tal genere.
Probabilmente non è neanche necessario avere un idolo politico, basta avere delle idee a cui rimanere aggrappati, degli 'ideali' verso cui tendere.
VI ricordate i 'limiti', sì proprio i 'limiti', quelli che abbiamo studiato in V liceo. Erano strane entità a cui si associavano dei valori a cui le funzioni tendevano. Per me così sono i vecchi ideali. Capisco che non potremmo mai realizzare a pieno le nostre aspirazioni, ma occorre averle sempre ben in vista per muoversi nella giusta direzione.

E in certe situazioni per non lasciare il passo ai "barbari" può essere necessario tapparsi il naso, chiudere gli occhi e scegliere i meno peggio.
Quelli che più ti avvicinano alla direzione giusta, … che, anche se in ritardo, sono contro la guerra, … che dimostrano il senso dello Stato e il rispetto delle Istituzioni, … che non basano la loro propaganda elettorale su ‘giochi’ che ci rimandano ai peggiori film di spionaggio, … che non hanno necessità di utilizzare i vecchi metodi della strategia della tensione, … che probabilmente, anche se con molta fatica, riusciranno a rimediare a tutti i disastri fatti fino ad oggi.

Sono d’accordo che occorre sempre informarsi e cercare di capire, è senz’altro l’unico modo per potersi difendere, ma contare solo su noi stessi rischia di farci diventare troppo individualisti, e perdere di vista gli interessi comuni. E’ necessario avere fiducia anche negli altri!

A proposito di informazioni e di conoscenza, Francesco, Roberto e altri non vi fate fregare, perché questi nostri amici e compagni (prendetela come volete) mentre dicono che sarebbe giusto condividere le informazioni, non dicono che i giochi che passano sul nostro gianblog sono in effetti dei classici che possono essere trovati comunemente in rete – insieme ovviamente alle soluzioni.
Provate, ad esempio a visitare il sito digilander.libero.it/basecinque/index.htm vi troverete – fra le altre cose – anche il problema del cubo proposto da nientepopodimenoché Pierluigi Zezza.

State bene.

Massimo


martedì, giugno 08, 2004

Ma io ho pensato bene ! 

Da Gherardo

Infatti il primo obiettivo era dare il mio appoggio (virtuale) alla "scelta" Fassino, se mai avessi scelto il centro/sinistra.
Il secondo era meleggiarti (come ai tempi) sulla scelta del vocabolo "compagni", ed in particolare sul significato che aveva una volta. Insomma avevo giocato sul doppio senso, da bravo fiol !
Ciao a tutti (per amici, compagni, camerati, sfigati, acculati ... and so on),
e at salut per il "bolognese"
Gherardo

PS
Non tocco la scacchiera da quarant'anni, penso di essere molto peggio di una pippa !

Honni soit qui mal y pense (a Gherardo) 

Gherardo, bischerone, non facciamoci sempre riconoscere, genere italico perennemente diviso nelle fazioni politiche peninsulari.
Ma certo che volevo dire "compagni di classe"; e se non ti basta (dato che, ahimé, una volta esistevano anche le classi sociali), espliciterò "compagni di classe al liceo". Perché, tra l'altro, mi rendo conto che dal punto di vista della mia socializzazione il liceo è stato più importante dell'Università. Gli amici nuovi trovati in Facoltà li ho perduti, e senza molti rimpianti. Ma ti pare che dopo esserci ritrovati dopo 37 anni mi metto a salutare e far complimenti solo a quelli che erano politicamente meno lontani da me, allora? Andiamo ... .
Scusa , but what is all this blogging about? La classe V C, naturalmente. Sai che me ne importa di politica, parlando con voi? Io non ho cercato di fare propaganda. Ho solo introdotto un tema di lunga lena, solo lontanamente legato alla questione dei partiti italiani: ho esposto un problemino che a quei tempi non avevo e che m è venuto con la maturità (non di sola trippa vive l'uomo ....) E con chi dovevo confrontarmi se non con Voi? Proprio tu sei stato il primo che, qualche giorno fa, generosamente mi ha risposto.
C' è qualcun altro che vorrebbe fare una partita a scacchi per corrispondenza elettronica? Come ho detto, sono impegnato con Roberto in una tenzone che mi reca grande soddisfazione, a causa della debordante virtù del mio avversario. Sono sicuro che Claudio saprebbe costruire rapidamente un marchingegno dove potremmo giuocare anche simultaneamene in più d'uno.
Gherardo, io vorrei che tu (Claudio, Roberto,gli Stefani, Massimo, Enzo, Giovanni, i Pierluigi, Franco, auspicabilmente Jacopo, Susanna, etc. etc.) fossimo presi per incantamento e posti in un vasel, che ad ogni vento, per mare andasse al voler vostro e mio ... . Quando ci si rivede?

francesco

Da GHERARDO 

Mi riferisco al precedente "messaggio" che suppongo di Francesco, ed in particolare alla sua "troppo buona" conclusione "che privilegio avervi avuto come compagni".

In vista delle elezioni europee, degli scritti di Roberto, di Jacopo, di Francesco e così via, io stigmatizzo che:
"ritengo di essere stato molto privilegiato ad avervi avuti come amici e COMPAGNI DI SCUOLA E DI VITA" e non come "compagni", sic et simpliciter ! (Sic)

e chiedo scusa per la battutaccia !

Gherardo

PS (1) (a Roberto e Francesco)
Per le europee un contentino ..... toccherà anche a voi, altrimenti vi abbattete !

PS (2) (a Francesco)
Concordo relativamente alla scelta "Fassino".
Se mi obbligassero a votare per il centro-sinistra, biciclette, tricicli o quant'altro, sceglierei Fassino, almeno non ha da nascondere
- nefandezze IRI (e non mi riferisco a Telecom-Serbia)
- la vendita, quale sindaco, della Centrale del Latte (ad un faccendiere a meno del 20% del valore reale).
Ho conosciuto bene, di persona, il "faccendiere" ed a voce vi racconterò i dettagli, dopo le ferie

Da GHERARDO 

Mi riferisco al precedente "messaggio" che suppongo di Francesco, ed in particolare alla sua "troppo buona" conclusione "che privilegio avervi avuto come compagni".

In vista delle elezioni europee, degli scritti di Roberto, di Jacopo, di Francesco e così via, io stigmatizzo che:
"ritengo di essere stato molto privilegiato ad avervi avuti come amici e COMPAGNI DI SCUOLA E DI VITA" e non come "compagni", sic et simpliciter ! (Sic)

e chiedo scusa per la battutaccia !

Gherardo

PS (1) (a Roberto e Francesco)
Per le europee un contentino ..... toccherà anche a voi, altrimenti vi abbattete !

PS (2) (a Francesco)
Concordo relativamente alla scelta "Fassino".
Se mi obbligassero a votare per il centro-sinistra, biciclette, tricicli o quant'altro, sceglierei Fassino, almeno non ha da nascondere
- nefandezze IRI (e non mi riferisco a Telecom-Serbia)
- la vendita, quale sindaco, della Centrale del Latte (ad un faccendiere a meno del 20% del valore reale).
Ho conosciuto bene, di persona, il "faccendiere" ed a voce vi racconterò i dettagli, dopo le ferie

lunedì, giugno 07, 2004

Jacopo, non incrudelire. Gherardo, dio ti *x%&§ ! 


Jacopo, non stavo esponendo dottrine. Nel mezzo della battaglia, servono a poco. Però, in un certo senso, hai trovato il punto debole delle mie farneticazioni: sì, è vero, ho un pò paura delle soluzioni che possano venire trovate per i problemi che sappiamo. Si risolverà tutto: ma a quale prezzo per la nostra umanità (addio alla trippa, al paesaggio toscano, al vino bono)? Ma ti ricordi quando s'andò in Maremma con i vostri Stornelli?
Gherardo: non ti dico nemmeno bravo. Io non avevo proprio visto quale "pacco" di combinazioni poteva avere il prodotto 36 a tre fattori... . Comunque, sto perdendo una partita telematica di scacchi con Roberto: bisogna mi rassegni alla mia mediocrità.
Valete, VC. Che privilegio avervi avuto compagni.

Per chi non ha di meglio da fare. Da Jacopo 

Sconclusionatamente, di seguito ad alcuni spunti apparsi sul blog.
Accidenti alle dottrine politiche. Perche’ questo bisogno di schieramento, Francesco? Negli anni di gioventu’, con dio sepolto di recente, gli orfani si davano un gran daffare per sposare un sistema che, rassicurantemente, spiegasse tutto e desse pure la rotta – giusta - verso il sole dell’ avvenire. Alla fine del cammino, un’alba.
Bella cosa; non il governo dei filosofi, ma la societa’ dei filosofi. Un po’ come il Paradiso.
E invece al governo ci sono degli ometti. Perche’ non sposare ogni volta chicchessia, purche’ dia - quella volta - la risposta migliore – o la meno peggio? Non un matrimonio; solo promiscuita’.
Mi pare che non siano tempi di programmi politici ad ampio spettro. Peraltro non li rimpiango. Anche se, magari un po’ di visione non guasterebbe.

La Maria ci insegnava che l’intervallo piu’ piccolo comprende sempre infiniti valori e, malgrado la Morelli, un filosofo mi impressiono’: Eraclito. Con l’accelerazione impressa dall’avvento della tecnologia, figlia di un secolo bellicoso, navighiamo le rapide del fiume di Eraclito in piena. Me lo sbatto IL modo di navigare – lunico, e Allah e’ il suo profeta; dio solo sa’ cosa mi aspetta dietro quell’ansa; mi farebbe piu’ comodo della flessibilita’, cioe’ un approccio aperto che mi consenta in una frazione di secondo di scegliere se infilare il remo li’; se stare di qua’ o di la’ di quel sasso, e cosi’ via.

Buckminster Fuller, l’ingegnere americano che – tra l’altro - aveva progettato le cupole geodesiche che tanto erano piaciute ai capelloni, diceva che la qualita’ della classe politica non doveva stupire: alla fine del corso di istruzione, i migliori finivano nella ricerca; la seconda scelta andava al management dell’ industria e del business; solo allora era il turno della politica.
Aggiungo, per inquadrare il soggetto, due cose:
• diceva di aver ricevuto la migliore istruzione tecnica disponibile al suo tempo (tra le due guerre, credo, vicino alla prima) e cioe’ ufficiale di marina e sosteneva che per ogni problema era possibile approntare una soluzione tecnica adeguata.
• Negli anni ’50 aveva profetato che presto l’umanita’ si sarebbe dotata di uno strumento appropriato alle necessita’ di informazione e comunicazione: in ogni casa, una specie di televisione - diceva lui - interattiva, collegata a un punto centrale, che avrebbe non solo consentito la comunicazione tra gli utenti, ma avrebbe costituito una banca dati accessibile da qualunque unita’ periferica. Ma guarda cosa non era andato a pensare il vecchio caprone.

Abbracci
Ben Gunn

PS Ho finito, e sul blog trovo assonanze con Roberto.



domenica, giugno 06, 2004

Che C ...!!! 

Che C... (cioè, come sono bravi e veloci quelli dalla sezione C). Il tempo di tornare sul gianblog, sperando di aver trovato la soluzione e me la trovo già lì, con quattro interventi quattro, rimbalzati da Milano a Firenze e vittoria di Gherardo.
Complimenti (sul serio).

Quanto alla richiesta di Claudio sugli idoli, ne ho già visti crollare abbastanza per aver voglia di farmene di nuovi. O se preferisci, un solo idolo (non averne).
Ciò non vuol dire far di ogni erba un fascio, o dire che "sono tutti uguali". Si sceglie di volta in volta quello che sembra essere il meglio, o il meno peggio. Esempio: per la politica interna preferisco Fassino a Bertinotti, ma in questo momento per la politica estera la scelta è rovesciata.
Aggiungo che per quello che riguarda Bertinotti non ho ancora finito di digerire la caduta del governo Prodi (ma la cosa va in conto anche a D'Alema).

Un solo vero "idolo negativo" in questo momento, e di solito viene indicato cominciando per C, o il "C..." (e che C..., ancora una volta, appunto). Indovinato, vero ?
La soluzione a questo ultimo quiz la sento in giro sempre più spesso, anche senza acculturarmi sul gianblog.

Buonanotte da Roberto

Bravo Gherardo !!! 

Risposta esattissima.....

Complimenti da Claudio, e alla prossima chicca !!

Claudio

Il gentile professore ...... (amico di Claudio) 

Da Gherardo

.... ha tre figlie di anni : 9, 2, 2

Infatti:
presi tre numeri interi il cui prodotto è 36, hanno tutti una somma diversa fra loro ad eccezione di 9,2,2 e 6,6,1.
Quindi negli altri casi non sarebbe stata necessaria la terza indicazione (gli occhi azzurri).
Ma il fatto che "la maggiore" e non "una delle maggiori" ha gli occhi azzurri esclude che le maggiori siano due (gemelle) e quindi rimane solo la combinazione 9,2,2 !

Salutoni a tutti

Gherardo

tre figlie...primi commenti 

In effetti, la scomposizione in fattori di 36 è ben più ampia di quanto detto da Roberto, come Gherardo suggerisce. Poichè occorre passare dal "potrebbe" al "certamente", è evidente che, in qualche modo, l'informazione sul numero che corrisponde alla somma delle tre, e che non viene detto, gioca un ruolo...
Buon proseguimento da Claudio

Età delle tre figlie (soluzione di Roberto) 

Da Gherardo
Caro Roberto,
Per quale motivo le figlie non potrebbero avere
1 1 36
1 2 18
1 3 12
1 4 9
1 6 6
2 3 6
........ e cosi via se ne possonno inventare a pacchi ?
Invece, a mio parere gli occhi azzurri della figlia maggiore vogliono dire che .... la maggiore è una sola (non gemella) ed esclude la combinazione 6 6 1 !
Bye
Gherardo

Età delle tre figlie 

Ho scomposto in fattori 36.
Risultato: 2; 2; 3; 3;
Possibili combinazioni di età:
4 3 3
6 3 2
9 2 2

Con la prima combinazione la maggiore non andrebbe ancora a scuola, con la seconda, per compiere gli anni, dovrebbe essere andata a scuola a 5 anni, ma forse questo è possibile.
9 2 2 è la soluzione più logica, ma, basta quanto detto per scartare la seconda soluzione?
O è il fatto che la maggiore abbia gli occhi azzurri che fa scartare una delle ultime due soluzioni?

Roberto

Scuse, e ringraziamenti da Francesco 

Gherardo scusa: non avevo capito, effettivamente, la ragione del tuo plauso alla parabola delle brioscine. Sono d'accordo con te che Roberto ha dato una torsione dialettica creativa all'apologo, assai efficace e piacevole. Questa è, naturalmente, anche una presentazione automatica di scuse a Roberto: volevo solo dire che il suo apologo non mi pareva attagliarsi al problemino che avevo proposto.
Grazie per la soluzione del gioco dei cappelli a Claudio. Dio che risposta scema ho dato io! Tuttavia, mi pare che le combinazioni possibili dei cappelli siano 7, e non 6: cè anche NBB. Mi sbaglio ancora? In ogni caso, la soluzione non cambia, perché anche in questo caso il terzo è bianco.
Ho capito il punto di vista di Claudio sulla politica. Sì, probabilmente c'è dell'accademismo nel modo in cui mi sono espresso. In realtà, dice Claudio, la vita reale è un campo di grande indeterminatezza e, anzi, di indeterminabilità: meglio, allora, che chi ha afferrato questo dato fondamentale svolga il ruolo di scettico sistematico almeno sui tentativi più grossolani di dare forma (e quindi, direzione di risoluzione) ai grandi problemi che la politica pretende di affrontare. Quello che tu dici sul giuoco delle competenze (e incompetenze) e sull'impossibilità di un quadro informativo "completo" mi colpisce molto. Grazie anche per questa colta lezione di vita. Però, provando un irrefrenabile desiderio di schieramento, sia pure nel caos del campo di battaglia, credo che mi terrò Fassino ... .

sabato, giugno 05, 2004

un professore gentile... 

Avevo iniziato l'altro "post" per farvi riflettere sulla "chicca" seguente, ma sono andato fuori tema. Ecco quindi la chicca.

"Un professore gentile accompagna un collega alla fermata dell'autobus 36. -Caro amico, come passa il tempo. Pensi, proprio oggi mia figlia compie gli anni. Devo correre a prenderla a scuola.-
-Quanti figli hai, e quanti anni compie ?-chiede il collega
-Ho tre figlie, ed il prodotto delle loro età coincide con il numero dell'autobus che stai aspettando...-
-Uhmm, non mi basta...-dice il matematico collega.
-Hai ragione, guarda, quell'autobus laggiù ha un numero che corrisponde alla somma delle loro età...-

-Uhmm, non mi basta ancora...-
-Scusami, hai ragione: la maggiore ha gli occhi azzurri._

Quali sono le età delle tre ragazze ?

Buonanotte da Claudio

buonanotte da claudio 

Caro Jacopo, ragionando sulle "due teste di cazzo" , non solo ipotizzi una via solutoria non priva di fascino, ma cèntri un problema dell'oggi che ho cercato di segnalare nei miei scritti... Chi non sa (non dico i giochini), in questa società viene massacrato ....Io non so, caro Francesco, da dove derivi la tua fiducia nelle umani sorte e progressive, sol perchè la sinistra ha, ohibò, accettato il libero mercato...

Credo che il nostro, il vostro benessere, influenzi il mood, il sentire, e che, costantemente auspicando, anche la ns. generazione passerà (siamo un pezzo in là...)senza lasciare sostanziale traccia su una società che è evoluta spontaneamente, verso un soffuso, ma evidente, ottundimento, ed ha favorito una selezione "alla rovescia".
Se sono i Rutelli, i Fassino ed i Prodi, i nuovi Paladini di noi ragazzi del 68, il frutto della selezione politica, non penso che davvero Tu, professore bolognese, e nostro babbo riconosciuto, davvero creda che costoro ci miglioreranno...Se non loro, dirai te, chi ?? Boh, io credo molto in noi stessi. Capire è sempre uno sforzo, ma vale la pena provarci.

A proposito di modelli, e di gente "comoda" rispetto a quella "scomoda", provo a fare una citazione "dotta".

Fantozzi, incontra sul treno il "cobra" Balabam,dell'ufficio Ricatti che lo ammalia con la sua sagacia, mentre con voce flautata dice..."io sono progressista, e credo che per ogni controversia, tutti gli uomini di buona volontà dovessero discutere sino a che non fossero tutti d'accordo..." .."ma.., ma..., sire" esclama Fantozzi", "così ci vorranno milioni di anni !!" "Posso aspettare, io " risponde mellifluo il furfante ...

Insomma può darsi che nelle aule Universitarie, il sapere erogato dai miei compagni docenti sia più , stabile, certo e verificato, di quanto io esperimenti nella vita professionale.

Io ho incontrato, e devo dire, ahimè ed ahiloro, in stragrandissima maggioranza, commercialisti, avvocati, ingegneri, consulenti, bancari ecc (G R O S S I S S I M E T E S T E D I C A Z Z O )che un cazzo sapevano, ma improvvisavano, non studiavano la pratica, non avevano capito il problema, non sapevano fare la cosa...ma, confidando nell'ignavia del cliente, prosperavano impoverendolo...

Non ho quindi particolare motivo di mettere il cervello in pensione e credere a ciò che dice la TV o il Corriere (ma anche Liberazione, per dirla tutta)...Insomma, io credo che se tutti, al mondo, ne sapessimo di più, non sarebbe male e ci farebbe un gran comodo. Quando Massimo dice che non sa un cazzo di Economia, io, da amico, vorrei dirgli che fa male: dovrebbe saperne un po', perchè ce n'è bisogno, perchè serve. Come sapere un po' di medicina e decidere se farti aprire la pancia. O di fisco, per capire se la mossa del ragioniere, è così furba...

Pensando sempre a cose concrete, per uscire dal velleitarismo del circuito chiuso avevo pensato che, all'esterno, ai meno fortunati e a chi ne sa ancora meno di noi(insomma, chi non sa un cazzo), potesse servire un servizio che chiamerei"priceless". Senza prezzo, per il suo valore,elevatissimo, e privo di prezzo, cioè aggratisse....Non ho chiarissimi gli argomenti su cui potremmo dare una mano, ma condivido il pensiero che vi riporto qua sotto.

"Negli affari della vita , ogni uomo , per quanto saggio, necessita dei consigli di qualche amico abile e competente" Plauto

Buonanotte cari ragazzi, fatemi sapere l'attuale Vs. idolo politico: me ne manca tanto uno...

Claudio

tre cappelli trallalla' 

Che peccato, Claudio, che tu ci abbia dato la soluzione del quesito: gia' avevo pronta una spiega che non faceva una grinza:
I primi due sono due teste di cazzo: non sanno che pesci pigliare, non ci provano neanche e danno una non risposta, che equivale a una risposta sbagliata. In questo modo diminuiscono drammaticamente le loro probabilita' di avere una lunga vita da eunuchi.
Il terzo, messo alle strette, ci prova, ha culo e salva la vita (non le palle) a tutti e tre.
Spero cogliate il fondamento filosofico alla base della cristallina geometria della mia soluzie.

SAluti

Jac

Ma Francesco una cosa non l'ha "capita" o letta bene 

Da Gherardo:
Francesco, o Francesco,
ma che cacchio dici, bischeraccio bolognese ! ? ! ? !
Rileggi meglio la mia precedente affermazione di complimenti a Roberto, che diceva testualmente "Veramente carina e precisa l'esemplificazione delle brioscine fatta da Roberto".
Non mi complimentavo infatti per la storiella delle brioscine (una vera cacatella), mi complimentavo invece per come aveva successivamente "utilizzato" le brioscine per riassumere una serie di esternazioni precedenti fatte da Claudio, da te, da me e da Jacopo.
E se poi non ero stato chiaro con i miei complimenti, questa era comunque l'intenzione !
Ciao a tutti !
Gherardo

PS
Il giochino dei TRE CAPPELLI, brillantemente spiegato da Claudio risale comunque ai tempi del Risorgimento e già Mazzini, lo sottopose a Garibaldi che, non riuscendo a risolverlo, dovette rifugiarsi in SudAmerica per la vergogna

Tre cappelli...da claudio 

Tre bianchi e due neri.

Se il 1° prigioniero, vedesse sugli altri due prigionieri due cappelli neri, potrebbe subito dire "il mio è bianco !" Poichè non sa rispondere, significa che vede due cappelli di colore diverso, un bianco ed un nero o due bianchi (lui potrebbe avere il terzo, od uno nero...)

Il 2° prigioniero, vede i cappelli del 1° e del 3° (che ancora non si è cimentato). Evidentemente, non vede nemmeno lui due neri sul 1° e sul 3° prigioniero, altrimenti potrebbe rispondere.Sa però, che il 1° ha visto o due bianchi, o un bianco ed un nero. Allora, se vedesse sul 3° giocatore, un cappello nero, potrebbe rispondere, dicendo che ha un cappello bianco. Infatti lui non può avere il secondo cappello nero (il 1° avrebbe risposto). Allora, lui vede sul 3° giocatore un cappello bianco.
Il 3° prigioniero, ragiona così: "avendo seguito il filo dei ragionamenti, è giusto che primo e secondo non potessero dire il colore del loro, ma è certo che il colore del mio cappello è bianco"

Ho schematizzato nella seguente tabellina, tutte le combinazioni teoricamente ammissibili.


Tabella della verità


caso 1 B B B
caso 2 B B N
caso 3 B N B
caso 4 B N N
caso 5 N B N
caso 6 N N B


In funzione di ciòà che dice il !°, possiamo scartare il "caso 4".

Per ciò che dice il 2°, si possono scartare il "caso 5" ed il "caso 2".

Restano i casi 1, 3, e 6, che hanno tutti B come copricapo del 3° prigioniero...

Spero sia chiaro. Ciao, Claudio


Fermi tutti! Questo l'ha capito anche Francesco (o così gli pare...) 

Può essere sicuro della risposta solo il prigioniero che vede due cappelli neri sul capo degli altri due prigionieri. E' così, Massimo? Ragazzi, ditemelo piano ... .
Spiacente per Gherardo: ma la parabola delle brioscine è anticomunista e un pò scema. Roberto: il comunismo storico riusciva (o sarebbe riuscito, prima o poi) a dare a tutti le brioscine. Tuttavia, non sarebbe riuscito a dare neppure a pochi tutto quello che l'economia globalizzata sta dando oggi (a pochi, o alla maggioranza); ma sopratutto, quello che non sappiamo ancora l'economia globalizzata sarà in grado di dare (a tutti, o a pochi) nell'imediato futuro e nel futuro meno prossimo.
E' questo, mi pare, il problema: dato che la creazione di beni è anche distruzione di risorse (consumo di risorse), arriveremo al momento in cui la seconda prevarrà sulla prima (mentre è probabile che la maggioranza della gente, proprio a quel punto, vedrà le proprie esigenze, tradizionali e nuove - imprevedibili, oggi - soddisfatte). La risposta di Massimo è analoga alla mia: speranzosa, di buon senso e ancora socialistica. Ma non ci staremo illudendo?
francesco

Tre Cappelli 

Da Massimo

Passiamo a qualcosa di più futile.

Un marahaja propone a tre suoi prigionieri tentare di salvarsi la vita risolvendo un gioco.
Fa vedere ai prigionieri 5 cappelli 3 bianchi e 2 neri. Poi fa sistemare i tre prigionieri in una stanza buia e fa sistemare sulle teste dei prigionieri tre cappelli, uno per ciascuno.
Quando viene fatta luce, ogni prigioniero può vedere i cappelli sulla testa deli altri due ma non quello sulla sua testa.
Il marahaja promette salva la vita a tutti i prigioniri anche se solo uno indovina il colore del cappello che ha in testa. I tre prigionieri non possono comunicare fra se stessi.

Il primo prigioniero risponde: ' Non lo so'
Il secondo prigioniero risponde: ' Non lo so'
Il terzo prigioniero indovina.
I tre hanno salva la vita.

Quale ragionamento fa il terzo prigioniero per essere sicuro della risposta?

La risposta deve essere generale e non essere valida solo in particolari casi di distribuzione dei colori.

Ciao a presto
Massimo


Da Massimo - Considerazioni varie 

Da Massimo

Un piccolo contributo al registro di Classe di 1^ e 2^. il nome di Mulinacci è DANIELE.
Le ultime notizie che ho di lui: abita a Prato, sposato con figli. Funzionario di banca.

Arrivo sempre in ritardo ma vorrei aggiungere qualcosa sul gioco delle tre tazze.
La spiegazione, come la chiama Gherardo empirica, è in effetti riassumibile in modo rigoroso. Ho il 33% di probabilità di scegliere la tazza con la pallina e il 66% di probabilità di scegliere una tazza vuota. Questo 66% è però distribuito inizialmente su due tazze, il che riporta ad uniformità la probabilità su tutte le tazze. Ma una volta tolta una tazza vuota, il 66% di probabiltà di aver scelto una tazza vuota è associato ad una sola tazza. In pratica ho il 66% di probabilità di avere scelto una tazza vuota. Conviene quindi cambiare!
In realtà non ho detto niente di nuovo rispetto a quello che ha già detto Claudio, ma l'ho solo riferito al fatto in questione.

Problema politico, mercato , consumi e altro.
Premetto che non capisco un cazzo di economia e meno di politica. Comunque voglio provare.

I problemi trattati sono in effetti molti, anche se fra loro collegati, e temo che non sia facile proporre una soluzione unica. Anzi sono convinto che una soluzione non esista. Possono esserci interventi e rimedi momentanei che possono correggere la situazione a breve periodo, in ambito locale e solo per una cerchia limitata di cittadini (consumatori).
Anch'io sono convinto che una popolazione (o una sua parte più o meno grande) di un Paese possa raggiungere un livello di benessere solo a scapito di un'altra parte della popolazione, che potrà o no appartenere allo stesso Paese.
Partendo dal presupposto che le risorse del pianeta sono limitate e che la popolazione mondiale è già numericamente superiore a quella prevista per uno sviluppo sostenibile, come è possibile che tutti siano ricchi? cioè posseggano più risorse di quante siano loro necessarie? O megio ancora come è possibile che tutti possano avere un guadagno dalla loro attività o dai loro investimenti?
Sì è vero il mercato sembra la soluzione, ma per chi? Chiaramente per chi trae profitto dal consumo. E allora la soluzione 'giusta' per tutti (leggi Utopia) potrà essere solo quella di un'equa ridistribuzione delle risorse, in un mondo in cui tutti lavorano non per arricchirsi e avere più degli altri ma solo per procurarsi i mezzi di sostentamento essenziali.
L'attuale sistema consumistico funzionerà fino a quando esisteranno disuguaglianze e funzionerà tanto meglio (sempre per i soliti) se le disuguaglianze saranno maggiori, se esisteranno sfruttati e sottomessi.
Cosa vul dire. Vuol dire che se si vuole trovare una soluzione globale, occorre che tutti gli abitanti della terra che posseggono più del necessario dovranno rivedre il loro modo di vivere e lasciare le loro ricchezze alle altre fascie sociali. Chiaramente fantascientico. Oppure si trovano soluzioni locali per andare avanti fino alla prossima revisione o nuova soluzione.

E' chiaro che la sinistra si è dovuta adattare alla nuova situazione. Dopo la caduta del muro di Berlino e la caduta di tutti gli stati 'marxisti', non poteva fare altro che rivedere la propria posizione, e riadattarsi alla nuova realtà. Ma il suo compito non può essersi esaurito in questo riadattamento. Il sistema capitalistico e l'economia di mercato non possono portarci molto lontano da dove siamo adesso. Uno dei suoi compiti (della sinistra) è quello di stimolare un cambiamento di mentalità nella gente, di aiutarla a togliere la testa da struzzi da sotto la sabbia, a capire che il problema è globale e non è solo di pochi o di molti, ma è di tutti.
Sarà molto dura!!!

Grazie per la pazienza.
Massimo








Best Compliments, Roberto ! 

Da Gherardo
Veramente carina e precisa l'esemplificazione delle brioscine fatta da Roberto.
My compliments !
Gherardo

venerdì, giugno 04, 2004

Le brioscine, da Roberto 

Per chi non la sa, o non la ricorda, racconto la storiella delle brioscine. Un giorno, siamo verso la fine degli anni ’60, un bambino italiano trova un nuovo compagno di banco. E’ un bambino cinese. Fanno amicizia e vanno d’accordo, ma giunti all’ora della merenda, il bambino italiano tira fuori due brioscine e l’altro niente: - Io ho le brioscine e tu noo! –
Il bambino cinese lo guarda tranquillo: - Sì, ma noi abbiamo il socialismo e tu no! – La storia si ripete per due o tre giorni, finché il bambino italiano, perplesso, espone il problema al padre: - Il socialismo non è più importante di una brioscina? – E il padre, saggio: - Certo, ma il socialismo presto lo avremo anche noi. –
Giorno successivo: - Io ho e brioscine e tu noo. –
- Ma noi abbiamo il socialismo e voi no. –
- Ma il socialismo – mangiando e annuendo – presto lo avremo anche noi! –
- Bene! Così non avraì più le brioscine neanche tu! –

Claudio ci ha spiegato che alla lunga è strutturalmente impossibile che i consumatori siano in grado di acquistare tutto ciò che viene prodotto: resteranno brioscine invendute, il sistema si incepperà e non ci saranno brioscine per tutti (per non parlare dei disastri ecologici che ci verranno dati gratis).

Francesco ha detto che la sinistra ha finalmente scoperto la fonte delle brioscine, cioè il mercato, e affronterà i problemi (non bisogna fare gli struzzi) e in qualche modo li risolverà (anche se non è ancora chiaro come). Le dimostrazioni teoriche che il sistema si incepperà sono solo teoriche appunto e non sempre i giochini corrispondono alla realtà.

Gherardo ha sostenuto che il problema del futuro esiste. E’ dovuto al fatto che il numero degli esseri umani cresce più alla svelta delle briosce (pardon, delle risorse). Possibile soluzione il controllo delle nascite, per ora non attuato. Quindi futuro nero, e nel frattempo carpe diem.

Francesco di nuovo: la politica demografica c’è e poi possono avvenire mutamenti culturali e di costume, come è già avvenuto qui da noi (e non erano prevedibili prima che avvenissero). Pertanto no al pessimismo.

Jacopo: in N. Zelanda quello delle briosce sembra un problema molto lontano.

E così via riaffermando ognuno le proprie posizioni. Vorrei però far chiarezza, se è possibile: i problemi di cui stiamo discutendo sono più d’uno, anche se intrecciati fra loro.

A. Disponibilità delle briosce:
E' possibile produrne per tutti (A.1)?
Senza che l’inquinamento da “briciole” (scorie, o comunque conseguenze, sia intollerabile) (A.2)?

B. Distribuzione delle briosce (con quali criteri, giustizia sociale, merito o altro).


Claudio dice che il mercato (e forse addirittura la natura umana)ha storture tali che non è in grado di risolvere il problema A (nè A.1 nè A.2), ed è strutturalmente negativo anche dal punto di vista B.

Francesco pensa che, vista l'esperienza storica della sinistra, che aveva promesso di risolvere A e B (quando di A.2 non se ne parlava ancora)e non ci era riuscita, il mercato sia in grado di risolvere il problema A (con forti dubbi per l'aspetto A.2) e l'intervento statale possa correggere le storture relative a B.

Gherardo: controllo delle nascite per il ploblema A. Dopo la soluzione di A si potrà parlare di B.

Jacopo: le isole della N. Zelanda se non sono proprio le isole felici, sono almeno pervase da meno ansia.

Ne riparleremo.
Buonanotte da Roberto


Claudio su: Asimmetria, Stigitz ,Acme per Francesco Gherardo ... 

Beh il dibattito sembra decollato....Rispetto a quanto dice Gherardo, credo viceversa che i costi "extra" costo delle persone possano esistere. E' peraltro evidente che il pianeta Terra, è ahimè, proprio un sistema chiuso rispetto all'economia (non essendoci consumatori o imprenditori marziani o vesuviani), mentre non lo è rispetto alla macrograndezze quali clima, ambiente ecc, essi sì influenzati anche da marte venere e sole, per cui, per il 2° principio della termodinamica (l'entropia è in costante aumento), il "disordine" nel nostro pianeta è destinato a crescere all'infinito (per disordine si può intendere, temperatura, inquinamento, asimmetrie varie....). Quello che Gherardo forse voleva dire, è che nell'attuale ciclo economico, non tutti i cittadini sono, di pari dignità, anche consumatori e7o imprenditori...che è proprio la mia tesi.

Rispetto alla simmetria auspicata delle informazioni, esistono molti, e dotti esempi/paradossi che ne testimoniano la vacuità, con uona pace di Stigitz.

Gli italiani, dicono le statistiche, sono, per il 55% dei casi, proprietari immobiliari. Di fronte ad una informazione "perfetta", questi immobili, potrebbero essere messi in una scala, dal migliore al peggior. Facciamo finata che siano 55 in tutto. Avremo il 1° ed il 55°. Il valore di un bene, è dato sia dal valore funzionale (sto al calduccio coperto), sia dal valore di scambio, a sua volta dato dal valore attribuito dall'acquirente, per, esempio affittarlo ad altri. Bene, però ci sono 45 acquirenti possibili, che, messi in ordine per capacità di spesa, potrebbero essere interessati ad acquistare o i primi 45, o gli ultimi, in funzione della coerenza/compatibilità, tra le loro risorse disponibili, e quelle richieste dai proprietari. Ne emrge non un paradosso,ma una verità: almeno 10 immobili, valgono molto meno, rispetto al valore ipotizzabile, perchè non sono "attrattivi2 essendo impossibile venderli...

Altro esempio: "compreresti un'auto usata da quest'uomo". Gli americani si chiedono questo dei futuri presidenti: sembra che le fregature massime te le dia un venditore di auto usate.Bene. siamo compratori informatissimi: facciamo noi un'offerta: il venditore accetta. Come ci sentiamo ? Ci ha fregato di nuovo ? Insomma, sembrerebbe che nessuna transazione, ad un livello di prezzo accettato dal venditore, sia possibile. Eppure, quotidianamente, acquistiamo macchine usate....

Altro esempio: un cartellino prezzi, indica il prezzo. Il cartellino costi, per la fabbirca ha una struttura diversa, del tipo: costi materie prime+costi diretti di produzione+costi commerciali+costi di marketing+costi su interessi passivi+costi di struttura e generali+ utile=prezzo.

Un cartellino "informato", simmetricamente informato, potrebbe avere in realtà questa struttura.

costo della materia prima per il rivenditore+margine che ho riconosciuto allo stesso+compensi ai dipendenti+costi per la loro previdenza+costi per la solidarietà tra imprese+costi per i prodotti che gli altri non comprano+costi degli errori di produzione+costi per la sala riunioni faraonica+costi per il mercedes del CEO+margine per il dettagliante+costi per il suo fine serie+costi per il suo invenduto+margine mio".

Posto che questa è la reale struttura dei costi delle imprese, ed è anzi carente, un cartellino "democratico" che evidenziasse questa struttura, farebbe aumentare le vendite ?

Infine, e forse il più preoccupante, elemento di asimmetria: le illusioni cognitive. Purtroppo, o ahimè, la ns. mente è tutt'altro che un organo razionale, ed è capace delle più incredibili cazzate ed ingenuità. Bene, posso garantire che questa scienza, detta "cognitiva" tende ad essere utilizzata per "indurre", rectius "manipolare" i comportamenti dei consumatori.

Il premio noble Maurice Allais, ha dimostrato (scientificamente dimostrato), che le ns. scelte di acquisto sono condizionate dai prodotti posti in alternativa al prodotto target.I consumatori comprano, indifferentemente, un prodotto, od un altro, in funzione della presenza di prodotti "terzi", che non verranno mai acquistati, ma che influenzano il ns. punto di vista....

Esempio: un lettore di CD.

Modello 1, essenziale, non particolarmente sottile, costa 30 euro.
Modello 2, con buffer di memoria, più sottile, costa 120 euro.

Se l'azienda vuole spingere la vendita dell'1, questo accoppiamento è corretto (pochissimi compreranno il mod.2).

Ora l'azienda desidera spingerele vendite del 2. Aggiunge il mod 3, sottilissimo, satinato, antiriflesso: costa 250 euro.

Adesso, pare ovvio, le vendite del 2 cresceranno ...

L'aggiunta del 3° modello, non consente semplicemente di fare una scelta "media" che rievoca i canoni della saggezza, ma ci conferma che alcune caratteristiche, spessore, sono lineari con il costo, e quindi sono dei valori.. quando c'erano solo due prodotti, questo non appriva così evidente...

Bene, carissimi amici, per ora vi lascio. alla prossima riflessione !!

Claudio

giovedì, giugno 03, 2004

Francesco, x Gherardo 

Gherardo, suoni ragionevole ma non capisco lo stesso.

Da Gherardo sull'ACME 

L'ACME la definirei in questo momento il "Paradosso di Claudio".
Infatti, l'ACME è un esercizio divertente di "sistema chiuso" ma guarda caso anche "globale".
Per cui, comprendendo tutto e tutti (clienti e fornitori, in particolare ognuno nella doppia veste) non è vero che se il costo medio per persona è supponiamo 20.000 €uro, la somma dei costi di Acme è 2, 3, 5 volte superiori a quel valore medio, perchè i soldi in eccedenza ai 20.000 €uro di cui sopra andrebbero a qualcuno che non fa parte del Sistema Chiuso Acme, il che è contrario all'ipotesi di partenza.
Il vero problema del mondo d'oggi è, a mio parere, la disponibilità (e per giunta nel tempo) delle "risorse".
Poichè la dispobnibiltà delle risorse diviso il numero di utilizzatori fornisce le risorse pro-capite ..... ritorno alla mia idea originaria, e cioè che il futuro del "nostro mondo" dipende in prima ed ineluttabile condizio sine qua non, nella "gestione" del numero di "utenti" futuri.
Solo a valle poi, le risorse dovranno essere ripartite secondo logiche "morali" e di "giustizia".
E solo a questo punto si può ritornare a disquisizioni politiche basate su equalitarismo, meritocrazie and so on.
Grazie per l'attenzione
Gherardo

A Claudio da Francesco, sulle sorti del mondo 

Ti ringrazio per la generosa risposta.E vorrei assicurarti che nessuno dei tuoi interventi recenti, o che io ricordi da giovane, mi hanno fatto l'effetto di provocazioni gratuite (o rompimento di coglioni).
Però l'esempio dell'ACME non mi pare del tutto congruo: dimostra solo che l'economia di mercato è capace di crescere solo come modello di riproduzione allargata. Il problema sembra essere a me che, mentre ai tempi di Rosa Luxemburg la riproduzione allargata generava imperialismo e colonialismo, oggi, con la globalizzazione e la tendenziale scomparsa del "centro" tale riproduzione rischia di mangiarsi letteralmente il supporto materiale della nostra esistenza, il nostro ecosistema. E questa, sia detto bona pace di Jacopo, è una prospettiva del tutto aldifuori dell'orizzonte storico del marxismo; probabilmente, irrsolvibile nel suo sistema di pensiero. Di qui l'opportunità di ponzare qualcosa di nuovo e di pratico.
In un primo momento avevo trovato un balsamo nel libro di Stiglitz sulla globalizzazione economica: ma mi accorgo con raccapriccio che Claudio non condivide la principale tesi di Stiglitz: che la base del mercato sia l'egualitarismo delle informazioni. Questo acutizza le mie ansie di moderato adepto del neo-liberismo, naturalmente ...

mercoledì, giugno 02, 2004

Da Jacopo a Roberto 

Sempre in culo al preside, Roberto, sempre.

Un pezzo di una lettera a Francesco 

Caro Francesco
Circa il decadimento del mondo, no, ho paura che il buco arcadico dell' Italia Centrale non basti. Anzi, almeno per me, un postaccio codesto, da cui vedere le cose. Venendo qui, mi colpi' subito l'assenza dell' ansia, non la mia, quella della gente di qui in generale. E improvvisamente anche la mia era sparita; finalmente.
Immagino che l'angoscia ci sia anche qui, ma direi parecchia meno. C'e' anche da dire che qui e' una societa' molto piccola (4 milioni). Su un territorio grande come l'Italia. In mezzo al mare.
Circa il disastro ambientale probabile future, io tendo a pensare che, come sempre, a tutto sara' posto mano col dovuto ritardo, in emergenza (in rotta in z. Cesarini propria). Se il tutto possa essere a quel punto ancora rimediabile, non resta che vedere.
D'altra parte, ricordiamoci il clima - giustamente - findimondistico della Guerra Fredda. Non e' che non ci siamo abituati. Come diceva Carmelo Bene "non era la prima volta che si buttava dalla finestra".
I tempi? Vassappitu'. E qui il nodo: hai ragione, sono i figli il problema; la prospettiva e' la loro; dalla mia potrebbe essere tutto da ridere, o da morirne; si potra' sapere.
Ma per i figli, cosa siamo in grado di raccapezzare conta. Non ho una visione positiva della Storia. La cosa in se', non male: un capitombolio nel tempo, un subbuglio come un gas riscaldato; ma dove vada a finire? Non so; sono ateo. Non riesco ad andare oltre dove arrivo con l'analogia. Per analogia, dopo la vita c'e' la morte e non vedo perche' noi, una muffa su un' arancia, dovremmo godere di uno statuto speciale.
Che questo possa riguardare i nostri figli e' possibile, ma magari non inaccettabilmente probabile. Non molto piu' probabile che possa toccare a noi (nel corso dello scampolo). Come sempre, si stara' a vedere.

Pare che le bandiere rosse siano ancora da qualche parte per diversi di voi. Io non sono mai stato marxista. Mi colpiva il fatto che la materia mi sembrasse piuttosto noiosa. Mi ero rassegnato all' idea confortevole che l'unico contributo che potevo dare era di illuminare con la mia presenza l' ambiente circostante.

Tutto il dilemma per me e' emblematizzato da serate a casa di Sandro, allora in B.go Allegri, anni dell' Universita'. Attorno a noi - a lui piu' di me - tutto un fervor di volantinaggi. Almeno una volta qualcuno doveva avercelo anche portato e non gli era piaciuto. Nella sua piccola camera Sandro aveva, attaccato incombente a una parete, un faccione di Marx di un metro per settanta. E diceva: "pare che mi guardi e mi dica: e te che fai? Vai?". Si moriva dal ridere, ma la faccenda un po', di tanto in tanto, lo affliggeva.
Io la vedevo che cambiamento di struttura una sega, qui se non cambia la testa della gente e' un casino. E la testa della gente cambia nel tempo,eccome, ma la qualita' generale sembra restare - nel tempo - piu' o meno la medesima.

Saluti a tutti Jacopo

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