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sabato, giugno 19, 2004

Cari Claudio e Gherardo (da Francesco) 

Credo che abbiate illustrato bene gli elementi di fondo dll'ethos della nostra classe. Avevamo avuto il senso di star facendo un'esperienza impegnativa, sopratutto per la presenza dell'Albanese e di altri insegnanti di vaglia; e intuivamo anche che i nostri compagni di classe non si trovassero a caso in quella unità ma a causa di una disposizione intellettuale non comune. Per quanto mi riguarda, credo sia stato mio padre a cercare di far di tutto perché finissi in 'C'. Vi ricordate, mio padre insegnava nella 'A' e 'B' (ma forse Gherardo ricorda ancor meglio di me. E so anche perché: non tanto perché quella sezione rappesentasse un'élite sociale, quanto perché godeva di una fama di alto livello di insegnamento. E lui avrebbe sopratutto voluto che io avessi un buon rapporto con la matematica, dal momento che sotto sotto sperava che non avrei intrapreso la sua stessa strada umanistica (mi sono accorto che questo era un ragionamento diffuso presso i padri di quel tempo).
Claudio suggerisce che la 'VC' potrebbe essere una costruzione successiva della memoria e del piacere di ricordare. Molto verosimile, anche questo. Io aggiungerei anche che, in realtà, raramente la classe ha vissuto qualcosa come un intero collettivo. In realtà, c'erano delle articolazioni interne, di gruppi di noi che si vedevano furoi della scuola con una certa assiduità: e poi, alcuni free-lance, diciamo più individualisti. Per intendersi, Claudio apparteneva, secondo me, a questa seconda categoria; mentre Cancellieri, tutto sommato, nonostante i suoi aristocratici sbuffi, era parte chiaramente di un sotto-collettivo, con Jacopo, Sandro, forse il sottoscritto. Però, poi, queste articolazioni comunicavano abbastanza intensamente tra loro, e uno spirito della classe finiva con il formarsi.
Ricordate che una delle VC prima della nostra (quella di Lorenzo Tasselli, per intenderci)ha bruciato subito tutto il suo spirito di corpo, anche in forma un pò provocatoria e antipatica: "Hic sunt leones", avevano scritto sulla porta della classe, rivolta al corridoio ... .

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