sabato, giugno 19, 2004
da susanna
carissimi, riapro dopo un po' perché nel frattempo avevo perso l'indirizzo. Sono rimasta indietro su troppe cose. Vedo una discussione politica tra francesco, vagamente retrò e Verità, a cui vorrei partecipare, ma credo di aver perso un po' di allacci. Non ho capito chi ha scritto che pensa bene chi è contro la guerra: non sono d'accordo. E' facile dire sono contro la guerra, chi non lo sarebbe, ma il fatto è che se la guerra ti viene fatta tu devi avere il coraggio di rispondere per salvare te stesso e i tuoi simili: io credo che questa sia la situazione tra l'occidente e il terrorismo, per cui forse le modalità della guerra all'iraq non hanno funzionato a pieno, e il terrorsimo ribolle frenetico in un calderone acnorae forse più pericoloso di prima, ma il processo sarebbe andato avanti comunque e la mossa di sparigliare le alleanze nel medio oriente è ben pensata, va affrontata, esattamente per non rimettersi addosso lo spirito di monaco che ha immobilizzato l'Europa prima che si autoconsegnasse nelle mani di Hitler (o qualcosa del genere).
Più lightly vorrei raccontarvi in brevissimo dell'incontro tra me e Gherardo al bar cibreo di Firenze: due bersaglieri a testa (come li chiamano i cavatori delle apuane, bianco secco con un goccio di campari) e due ore di chiacchere come se non ci fossimo mai persi di vista dal '66 in poi. Beh, emozionante e fantastico. Cos'è che tiene uniti quelli della c, vi chiedete. Un po' tutte le cose che dite, ma rimane un che di misterioso, perché in fondo io e Gherardo non avevamo mai chiaccherato per due ore di seguito nemmeno nel 65 o 64 che fosse, eppure era come se fossimo parenti, amici... comunque ogni malinteso era impossibile e la schiettezza faceva da padrona, oltre a una grande curiosità di sapere su mille piccole cose cosa gherardo pensasse e come avesse vissuto fino oggi: credo di averlo salassato a forza di domande. Una bella esperienza. Dunque, come dice francesco: quando ci si vede? susanna
Più lightly vorrei raccontarvi in brevissimo dell'incontro tra me e Gherardo al bar cibreo di Firenze: due bersaglieri a testa (come li chiamano i cavatori delle apuane, bianco secco con un goccio di campari) e due ore di chiacchere come se non ci fossimo mai persi di vista dal '66 in poi. Beh, emozionante e fantastico. Cos'è che tiene uniti quelli della c, vi chiedete. Un po' tutte le cose che dite, ma rimane un che di misterioso, perché in fondo io e Gherardo non avevamo mai chiaccherato per due ore di seguito nemmeno nel 65 o 64 che fosse, eppure era come se fossimo parenti, amici... comunque ogni malinteso era impossibile e la schiettezza faceva da padrona, oltre a una grande curiosità di sapere su mille piccole cose cosa gherardo pensasse e come avesse vissuto fino oggi: credo di averlo salassato a forza di domande. Una bella esperienza. Dunque, come dice francesco: quando ci si vede? susanna
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