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giovedì, giugno 03, 2004

A Claudio da Francesco, sulle sorti del mondo 

Ti ringrazio per la generosa risposta.E vorrei assicurarti che nessuno dei tuoi interventi recenti, o che io ricordi da giovane, mi hanno fatto l'effetto di provocazioni gratuite (o rompimento di coglioni).
Però l'esempio dell'ACME non mi pare del tutto congruo: dimostra solo che l'economia di mercato è capace di crescere solo come modello di riproduzione allargata. Il problema sembra essere a me che, mentre ai tempi di Rosa Luxemburg la riproduzione allargata generava imperialismo e colonialismo, oggi, con la globalizzazione e la tendenziale scomparsa del "centro" tale riproduzione rischia di mangiarsi letteralmente il supporto materiale della nostra esistenza, il nostro ecosistema. E questa, sia detto bona pace di Jacopo, è una prospettiva del tutto aldifuori dell'orizzonte storico del marxismo; probabilmente, irrsolvibile nel suo sistema di pensiero. Di qui l'opportunità di ponzare qualcosa di nuovo e di pratico.
In un primo momento avevo trovato un balsamo nel libro di Stiglitz sulla globalizzazione economica: ma mi accorgo con raccapriccio che Claudio non condivide la principale tesi di Stiglitz: che la base del mercato sia l'egualitarismo delle informazioni. Questo acutizza le mie ansie di moderato adepto del neo-liberismo, naturalmente ...

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