giovedì, giugno 03, 2004
Da Gherardo sull'ACME
L'ACME la definirei in questo momento il "Paradosso di Claudio".
Infatti, l'ACME è un esercizio divertente di "sistema chiuso" ma guarda caso anche "globale".
Per cui, comprendendo tutto e tutti (clienti e fornitori, in particolare ognuno nella doppia veste) non è vero che se il costo medio per persona è supponiamo 20.000 €uro, la somma dei costi di Acme è 2, 3, 5 volte superiori a quel valore medio, perchè i soldi in eccedenza ai 20.000 €uro di cui sopra andrebbero a qualcuno che non fa parte del Sistema Chiuso Acme, il che è contrario all'ipotesi di partenza.
Il vero problema del mondo d'oggi è, a mio parere, la disponibilità (e per giunta nel tempo) delle "risorse".
Poichè la dispobnibiltà delle risorse diviso il numero di utilizzatori fornisce le risorse pro-capite ..... ritorno alla mia idea originaria, e cioè che il futuro del "nostro mondo" dipende in prima ed ineluttabile condizio sine qua non, nella "gestione" del numero di "utenti" futuri.
Solo a valle poi, le risorse dovranno essere ripartite secondo logiche "morali" e di "giustizia".
E solo a questo punto si può ritornare a disquisizioni politiche basate su equalitarismo, meritocrazie and so on.
Grazie per l'attenzione
Gherardo
Infatti, l'ACME è un esercizio divertente di "sistema chiuso" ma guarda caso anche "globale".
Per cui, comprendendo tutto e tutti (clienti e fornitori, in particolare ognuno nella doppia veste) non è vero che se il costo medio per persona è supponiamo 20.000 €uro, la somma dei costi di Acme è 2, 3, 5 volte superiori a quel valore medio, perchè i soldi in eccedenza ai 20.000 €uro di cui sopra andrebbero a qualcuno che non fa parte del Sistema Chiuso Acme, il che è contrario all'ipotesi di partenza.
Il vero problema del mondo d'oggi è, a mio parere, la disponibilità (e per giunta nel tempo) delle "risorse".
Poichè la dispobnibiltà delle risorse diviso il numero di utilizzatori fornisce le risorse pro-capite ..... ritorno alla mia idea originaria, e cioè che il futuro del "nostro mondo" dipende in prima ed ineluttabile condizio sine qua non, nella "gestione" del numero di "utenti" futuri.
Solo a valle poi, le risorse dovranno essere ripartite secondo logiche "morali" e di "giustizia".
E solo a questo punto si può ritornare a disquisizioni politiche basate su equalitarismo, meritocrazie and so on.
Grazie per l'attenzione
Gherardo
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