martedì, marzo 29, 2005
Sesso perché?
Il sesso è un argomento che ricorre ogni tanto sul gianblog (e non solo). Ma vi siete mai chiesti perché esiste? In sintesi si può dire che non tutte le specie si riproducono con due sessi, ma la sessualità permette alle altre, e fra queste alla nostra, che sia enormemente maggiore la differenziazione fra gli individui.
Chi ci ha già pensato o si annoia salti pure il resto.
Roberto.
Sulla Terra esistono oltre un milione di specie differenti e innumerevoli sono le varietà e le razze in cui si differenziano le diverse specie. La "biodiversità", un patrimonio biologico da preservare e tramandare, è invece pericolosamente minacciata dal continuo diminuire delle varietà e delle specie, proprio ad opera dell'uomo, che coltiva e alleva su aree sempre più vaste un numero sempre più ristretto di specie e di varietà.
Ancora maggiori sono le differenze che si trovano fra gli individui della stessa specie e della stessa razza: basta uscire per strada e non si troveranno due individui uguali. Differenze a volte sottili, ma perfettamente percepibili, nel colore dei capelli, nelle forme del viso, nel colore degli occhi, nella statura e nella conformazione delle ossa ci permettono di riconoscere il nostro vicino di casa, o il nostro parente più prossimo fra cento altre persone, tutte diverse fra loro e da noi.
Spesso sono presenti differenze enormemente più grandi, che però i nostri occhi non riescono a percepire: una trasfusione di sangue fatta con il sangue del nostro vicino di casa, o anche del parente stretto, potrebbe esserci fatale: occorre un'analisi delle compatibilità, o conoscere già i gruppi sanguigni di appartenenza, prima di operare una trasfusione. Non è escluso invece che lo sconosciuto dalla pelle nera che sta passando all'altro lato della strada abbia il nostro stesso gruppo sanguigno e lo stesso "Rh", perfettamente compatibili: il colore della pelle non ci dice nulla in proposito, mentre a volte sono proprio le differenze più grandi quelle nascoste ai nostri occhi.
Da dove vengono tutte queste differenze? Si può notare che esistono esseri viventi che si riproducono senza che vi siano differenze di sesso: fra i vegetali gli esempi sono numerosi e tanto più se si tratta di piante coltivate dall'uomo: la vite, la patata, la begonia, il geranio vengono fatte riprodurre normalmente senza semi e il fenomeno è diffuso anche fra specie non coltivate, ma in nessun caso si ha l'enorme varietà di colori e di forme che mostrano i fiori, organi riproduttori delle angiosperme: quante tonalità e quante differenze ci possono venire in mente e quante differenze che sfuggono a un colpo d'occhio superficiale?
Fra gli organismi più semplici la riproduzione senza sesso è la più comune e la più diffusa: un batterio può semplicemente dividersi in due e riprodursi così all'infinito, senza sesso e senza morte.
Le cellule destinate alla riproduzione degli organismi più evoluti fanno invece aumentare le differenze fra gli individui: il patrimonio genetico viene infatti "ricombinato" con tratti dei cromosomi, portatori dei caratteri ereditari, che vengono scambiati fra loro, così che sarà possibile ereditare il colore degli occhi del nonno materno e il colore dei capelli di quello paterno. Le varie caratteristiche non passano cioè in blocco da una generazione all'altra, ma si vengono a creare tutte quelle differenze che permettono ad esempio di distinguere i fratelli fra loro.
Il sesso ha dunque la funzione di assicurare la variabilità all'interno della specie, con tutte le conseguenze positive, delle quali volendo si può parlare, per l'adattabilità di questa. La cosa era già stata notata nel secolo scorso dal biologo August Weismann (1834-1914).
Naturalmente anche la morte degli individui concorre alla medesima funzione: una specie che vedesse solo aumentare il numero degli individui, senza la scomparsa di quelli nati in precedenza, si differenzierebbe molto più lentamente e vedrebbe molto ridotte le sue capacità di adattamento a nuove situazioni ambientali.
P.S. Naturalmente maggiore è il numero dei partner con i quali avete figli e maggiore è la variabilità biologica. Buon lavoro.
Chi ci ha già pensato o si annoia salti pure il resto.
Roberto.
Sulla Terra esistono oltre un milione di specie differenti e innumerevoli sono le varietà e le razze in cui si differenziano le diverse specie. La "biodiversità", un patrimonio biologico da preservare e tramandare, è invece pericolosamente minacciata dal continuo diminuire delle varietà e delle specie, proprio ad opera dell'uomo, che coltiva e alleva su aree sempre più vaste un numero sempre più ristretto di specie e di varietà.
Ancora maggiori sono le differenze che si trovano fra gli individui della stessa specie e della stessa razza: basta uscire per strada e non si troveranno due individui uguali. Differenze a volte sottili, ma perfettamente percepibili, nel colore dei capelli, nelle forme del viso, nel colore degli occhi, nella statura e nella conformazione delle ossa ci permettono di riconoscere il nostro vicino di casa, o il nostro parente più prossimo fra cento altre persone, tutte diverse fra loro e da noi.
Spesso sono presenti differenze enormemente più grandi, che però i nostri occhi non riescono a percepire: una trasfusione di sangue fatta con il sangue del nostro vicino di casa, o anche del parente stretto, potrebbe esserci fatale: occorre un'analisi delle compatibilità, o conoscere già i gruppi sanguigni di appartenenza, prima di operare una trasfusione. Non è escluso invece che lo sconosciuto dalla pelle nera che sta passando all'altro lato della strada abbia il nostro stesso gruppo sanguigno e lo stesso "Rh", perfettamente compatibili: il colore della pelle non ci dice nulla in proposito, mentre a volte sono proprio le differenze più grandi quelle nascoste ai nostri occhi.
Da dove vengono tutte queste differenze? Si può notare che esistono esseri viventi che si riproducono senza che vi siano differenze di sesso: fra i vegetali gli esempi sono numerosi e tanto più se si tratta di piante coltivate dall'uomo: la vite, la patata, la begonia, il geranio vengono fatte riprodurre normalmente senza semi e il fenomeno è diffuso anche fra specie non coltivate, ma in nessun caso si ha l'enorme varietà di colori e di forme che mostrano i fiori, organi riproduttori delle angiosperme: quante tonalità e quante differenze ci possono venire in mente e quante differenze che sfuggono a un colpo d'occhio superficiale?
Fra gli organismi più semplici la riproduzione senza sesso è la più comune e la più diffusa: un batterio può semplicemente dividersi in due e riprodursi così all'infinito, senza sesso e senza morte.
Le cellule destinate alla riproduzione degli organismi più evoluti fanno invece aumentare le differenze fra gli individui: il patrimonio genetico viene infatti "ricombinato" con tratti dei cromosomi, portatori dei caratteri ereditari, che vengono scambiati fra loro, così che sarà possibile ereditare il colore degli occhi del nonno materno e il colore dei capelli di quello paterno. Le varie caratteristiche non passano cioè in blocco da una generazione all'altra, ma si vengono a creare tutte quelle differenze che permettono ad esempio di distinguere i fratelli fra loro.
Il sesso ha dunque la funzione di assicurare la variabilità all'interno della specie, con tutte le conseguenze positive, delle quali volendo si può parlare, per l'adattabilità di questa. La cosa era già stata notata nel secolo scorso dal biologo August Weismann (1834-1914).
Naturalmente anche la morte degli individui concorre alla medesima funzione: una specie che vedesse solo aumentare il numero degli individui, senza la scomparsa di quelli nati in precedenza, si differenzierebbe molto più lentamente e vedrebbe molto ridotte le sue capacità di adattamento a nuove situazioni ambientali.
P.S. Naturalmente maggiore è il numero dei partner con i quali avete figli e maggiore è la variabilità biologica. Buon lavoro.
martedì, marzo 22, 2005
Superamento dei paradigmi (da Gherardo)
Leggere lentamente ... dall'inizio ... non guardare subito le risposte ...
--------------------------------------------------------------------------------
Stai rientrando a casa, è notte e piove a dirotto.
Passi davanti alla fermata di un autobus e vedi tre persone che lo stanno aspettando.
1. Un'anziana signora che sembra sul punto di morire.
2. Un vecchio amico che u na volta ti ha salvato la vita.
3. La donna (o per Susanna l’uomo) dei tuoi sogni, la tua anima gemella.
Nella tua auto c'è posto solo per una persona e tu non puoi tornare alla fermata dell'autobus una volta che te ne sei allontanato (non si sa perché ma è così).
A chi offri un passaggio?
Pensaci bene prima di rispondere
Questo quesito si dice sia stato usato da importanti società di selezione per decidere chi assumere. Non sparare una risposta a caso, ma pensaci... potrebbe essere un quesito interessante.
a) Potresti dare un passaggio all'anziana signora e salvarle la vita
b) Potresti dare un passaggio al tuo vecchio amico e ricambiargli così il favore.
c) Ma d'altro canto potresti non ritrovare mai più la tua anima gemella.
Il candidato che fu assunto (uno su 200) non ebbe nessun problema a risolvere il quesito, disse:
"Darei le chiavi della macchina al mio amico e gli chiederei di portare l'anziana signora in ospedale. Io starei a fare compagnia alla mia anima gemella fino all'arrivo del bus!"
La morale della storia è che guadagniamo molto di più se riusciamo a superare con la fantasia i nostri limiti e se riusciamo a guardare "oltre" (superamento dei paradigmi).
Nessuno però è mai arrivato alla risposta vera, quella più sensata:
"Investire l'anziana signora per porre fine alle sue sofferenze, trombare la ragazza (o il ragazzo) dei sogni sul cofano dell'auto e andarsene col migliore amico a bere birra fino a ubriacarsi!"
Ciao a tutti
Gherardo
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Stai rientrando a casa, è notte e piove a dirotto.
Passi davanti alla fermata di un autobus e vedi tre persone che lo stanno aspettando.
1. Un'anziana signora che sembra sul punto di morire.
2. Un vecchio amico che u na volta ti ha salvato la vita.
3. La donna (o per Susanna l’uomo) dei tuoi sogni, la tua anima gemella.
Nella tua auto c'è posto solo per una persona e tu non puoi tornare alla fermata dell'autobus una volta che te ne sei allontanato (non si sa perché ma è così).
A chi offri un passaggio?
Pensaci bene prima di rispondere
Questo quesito si dice sia stato usato da importanti società di selezione per decidere chi assumere. Non sparare una risposta a caso, ma pensaci... potrebbe essere un quesito interessante.
a) Potresti dare un passaggio all'anziana signora e salvarle la vita
b) Potresti dare un passaggio al tuo vecchio amico e ricambiargli così il favore.
c) Ma d'altro canto potresti non ritrovare mai più la tua anima gemella.
Il candidato che fu assunto (uno su 200) non ebbe nessun problema a risolvere il quesito, disse:
"Darei le chiavi della macchina al mio amico e gli chiederei di portare l'anziana signora in ospedale. Io starei a fare compagnia alla mia anima gemella fino all'arrivo del bus!"
La morale della storia è che guadagniamo molto di più se riusciamo a superare con la fantasia i nostri limiti e se riusciamo a guardare "oltre" (superamento dei paradigmi).
Nessuno però è mai arrivato alla risposta vera, quella più sensata:
"Investire l'anziana signora per porre fine alle sue sofferenze, trombare la ragazza (o il ragazzo) dei sogni sul cofano dell'auto e andarsene col migliore amico a bere birra fino a ubriacarsi!"
Ciao a tutti
Gherardo
sabato, marzo 19, 2005
Il sogno sulla piroga
Rivisitazione australe del sogno (fantastico davvero) di Rob
Luglio 2005. A bordo della waka (piroga), fiorenti wahines (donne) battono l’acqua con le pagaie in un ritmico ondeggiar di poppe e fiori d’ibisco. All’ombra di un tendalino mi sono assopito, cullato dalla cantilena con cui accompagnano la voga. Sto sognando il prof. Tamburini che mi sta dicendo che non sono abbastanza alto e che per questo devo andare in una comunita’ terapeutica.
Nel sogno si infiltra un grido: “terra”. Apro gli occhi: l’idolo intagliato che si erge a prua: ha finalmente smesso di intercalare il borbottio dell’onda con i numeri di Fibonacci e ci avverte che il lungo viaggio e’ al termine.
Capt Cook, mi porge un canocchiale d’ottone; subito riconosco la spiaggia di Vecchiano.
In mezzo a famiglie che tramoggiano immensi piatti di pastasciutta sotto gli ombrelloni, riconosco i volti familiari dei compagni dell’equipaggio con cui navigammo le acque del Terzolle doppiando al fine Maturity Point. Vedo St.C., Franco, Pierluigi e Massimo che stanno leticando perche' nessuno vuole stare in porta. Roberto sta allestendo un plaid per il pranzo; Giovanni e' assopito sotto un ombrellone. Tra due dune, Gherardo sta arrostendo allo spiedo qualcosa che sembra il cane dell’ Agip/2; immediatamente riconosco Fido XII, il cane tripede della Minicucci.
Un aereo traina uno striscione su cui c’e’ un messaggio di Enzo che che informa che non verra’ perche’ il salmastro gli infeltrisce il cachemire.
Paolo sta osservando le nudita’ di una donna stesa al sole che mentalmente compara a quelle della dea che, nella seconda meta’ del secolo scorso, si spogliava e si vestiva come un metronomo in una finestra dirimpetto a camera sua.
Dalla prua del pedalo’ di salvataggio, propulso da St. B. che pedala freneticamente su e giu’ pei cavalloni, Francesco, in divisa da bagnino, osserva preoccupato la massa di bagnanti spazzata dai marosi.
Il grande squalo bianco che ha guidato la waka attraverso gli oceani, attorno al capo e oltre il casello di Gibilterra si concede un meritato ristoro, masticando il cavallo di Claudio che, seduto in un canottino, sta cercando di dissuaderlo sbattendogli il remino d’alluminio sulla testa. Dal bagnasciuga Gigi con due bandierine da segnalazione sta cercando di passarmi l’incognita del giorno, ma l’alfabeto e’ diverso e l’incognita resta incognita.
Ora vi lascio, perche’ lo champagne e’ caldo e devo andare a fare una lamentazione alle femmine che hanno guidato la mia rotta.
Abel Tasman
Luglio 2005. A bordo della waka (piroga), fiorenti wahines (donne) battono l’acqua con le pagaie in un ritmico ondeggiar di poppe e fiori d’ibisco. All’ombra di un tendalino mi sono assopito, cullato dalla cantilena con cui accompagnano la voga. Sto sognando il prof. Tamburini che mi sta dicendo che non sono abbastanza alto e che per questo devo andare in una comunita’ terapeutica.
Nel sogno si infiltra un grido: “terra”. Apro gli occhi: l’idolo intagliato che si erge a prua: ha finalmente smesso di intercalare il borbottio dell’onda con i numeri di Fibonacci e ci avverte che il lungo viaggio e’ al termine.
Capt Cook, mi porge un canocchiale d’ottone; subito riconosco la spiaggia di Vecchiano.
In mezzo a famiglie che tramoggiano immensi piatti di pastasciutta sotto gli ombrelloni, riconosco i volti familiari dei compagni dell’equipaggio con cui navigammo le acque del Terzolle doppiando al fine Maturity Point. Vedo St.C., Franco, Pierluigi e Massimo che stanno leticando perche' nessuno vuole stare in porta. Roberto sta allestendo un plaid per il pranzo; Giovanni e' assopito sotto un ombrellone. Tra due dune, Gherardo sta arrostendo allo spiedo qualcosa che sembra il cane dell’ Agip/2; immediatamente riconosco Fido XII, il cane tripede della Minicucci.
Un aereo traina uno striscione su cui c’e’ un messaggio di Enzo che che informa che non verra’ perche’ il salmastro gli infeltrisce il cachemire.
Paolo sta osservando le nudita’ di una donna stesa al sole che mentalmente compara a quelle della dea che, nella seconda meta’ del secolo scorso, si spogliava e si vestiva come un metronomo in una finestra dirimpetto a camera sua.
Dalla prua del pedalo’ di salvataggio, propulso da St. B. che pedala freneticamente su e giu’ pei cavalloni, Francesco, in divisa da bagnino, osserva preoccupato la massa di bagnanti spazzata dai marosi.
Il grande squalo bianco che ha guidato la waka attraverso gli oceani, attorno al capo e oltre il casello di Gibilterra si concede un meritato ristoro, masticando il cavallo di Claudio che, seduto in un canottino, sta cercando di dissuaderlo sbattendogli il remino d’alluminio sulla testa. Dal bagnasciuga Gigi con due bandierine da segnalazione sta cercando di passarmi l’incognita del giorno, ma l’alfabeto e’ diverso e l’incognita resta incognita.
Ora vi lascio, perche’ lo champagne e’ caldo e devo andare a fare una lamentazione alle femmine che hanno guidato la mia rotta.
Abel Tasman
lunedì, marzo 14, 2005
La vida es sueno
Bene, bene. E' bello essere nei sogni di qualcuno. Tra l'altro, lo champagne era alla giusta temperatura, della mia marca preferita,la compagnia fantastica e i canapè con il beluga aspettavano belli freschi. A parte, un trito di cipollina fresca, e del purea di patate novelle . Insomma, tutto coome il faut...Il casinò apriva alle 21 e nell'attesa di "farlo nero" si poteva discettare dell'ultima corsa (vinta !!) di S.Anita, in California. Il Kentucky Derby era alle porte ed uno dei miei cavalli, in allenamento da sir. M. Stoute, era tra i fava per la Breeder's Cup di ottobre...
Fu lì che il sogno si ampliò: e se la gloriosa Va C, comprasse un cavallino, e magari vincesse corse importanti, e diventasse uno stallone di grido...vuoi mettere la goduria ??
Tra sogni, e sforzi di adattare agli stessi la realtà, potrei aver "inventato" qualcosa che molto sa di sogno, ma altrettanto di realtà (la cosa sta accadendo...).
Vi vorrei intrattenere su un sogno che si sta avverando e su una cosa, quasi fantastica, che mi sta accadendo e che mi piacerebbe condividere con Voi.
A quando un bel pranzetto ??
Sognate sognate sempre, mi raccomando. Un grandissimo abbraccio a tutti da claudio
Fu lì che il sogno si ampliò: e se la gloriosa Va C, comprasse un cavallino, e magari vincesse corse importanti, e diventasse uno stallone di grido...vuoi mettere la goduria ??
Tra sogni, e sforzi di adattare agli stessi la realtà, potrei aver "inventato" qualcosa che molto sa di sogno, ma altrettanto di realtà (la cosa sta accadendo...).
Vi vorrei intrattenere su un sogno che si sta avverando e su una cosa, quasi fantastica, che mi sta accadendo e che mi piacerebbe condividere con Voi.
A quando un bel pranzetto ??
Sognate sognate sempre, mi raccomando. Un grandissimo abbraccio a tutti da claudio
sabato, marzo 12, 2005
Sogno (di Roberto)
Io, Massimo, Stefano C., Paolo, Enzo e Gigi siamo su una spiaggia, in una giornata di sole. Il cielo è azzurro, di un azzurro intenso, con poche nubi bianche e soffici all’orizzonte. La sabbia è chiara e tiepida e l’acqua è azzurra.
Una nave si avvicina alla riva. E’ in legno con bilancieri, una grande piroga, ma ha le dimensioni di un megayacht.
Una scaletta viene gettata e scende Jacopo. Ha al collo una collana di fiori ed è insieme a Megane Gale, la bellona metà Maori che fa la pubblicità ai telefoni. Si gira intorno sorridendo e ci saluta uno a uno. Ognuno risponde sorridendo e si sprecano i ciao, i come va, come stai?
C’è un fuoco in una buca nella sabbia: una cattedra sta bruciando e Gherardo è scrupolosamente intento ad arrostire un quadrupede. Alza appena il viso per dirci : -E’ quasi cotto!
Francesco è all’inizio della scaletta e ci invita a salire:
- C’è un po’ di vino, venite.
- Ma tu non eri sulla spiaggia con noi, che ne sai?
- Non fare domande sciocche. Io insegno come volevano costruire una società perfetta, di uomini uguali, liberi e felici, senza guerre e senza ingiustizie. Di fronte a un sogno come quello, cosa vuoi che sia una piroga un po’ più grande del normale? Un piccolo sogno borghese!
Stefano C. rivolto a Jacopo: - Ma a bordo ci sono i tortelli?
- Di più e di meglio.
- E il cinghiale, l’anatra i fegatelli?
Jacopo si volge verso la nave e fa un cenno. Si affaccia una ragazza che si toglie dal collo quella che sembra una collana di fiori e la getta. Jacopo la prende al volo e se la mette al collo: è una collana di fegatelli, alternati a salsicce e pezzetti di pane arrostito.
Ora altre ragazze si affacciano dal bordo. Hanno collane di fiori, capelli neri e sorrisi radiosi: somigliano vagamente a un gruppo di comparse per “Gli ammutinati del Bounty.
Paolo arriccia leggermente il naso:- Ma io le preferivo bionde!
Franco, affacciato al bordo:- Quelle sono dall’altra parte, intorno alla piscina.
Claudio, con in mano una coppa di champagne:- Ma c’è un casinò a bordo?
- Certo, e anche l’ippodromo per le corse di cavalli. – Risponde Megane gale.
Gherardo: - E’ cotto, ci possiamo imbarcare.
Stefano B., appoggiato alla MTBike: - Io devo finire di allenarmi, salgo alla prossima fermata.
- Mancano Giulio e Pierluigi!
- Sono a un congresso.
- E Giovanni e Susanna?
- Stanno arrivando.
- OK andiamo, gli altri sono già a bordo.
Mentre salgo mi domando se non sia la volta che mi faccio la supplente di filosofia. Tanto nei sogni niente è impossibile, mi hanno perfino promosso alla IV C…
Una nave si avvicina alla riva. E’ in legno con bilancieri, una grande piroga, ma ha le dimensioni di un megayacht.
Una scaletta viene gettata e scende Jacopo. Ha al collo una collana di fiori ed è insieme a Megane Gale, la bellona metà Maori che fa la pubblicità ai telefoni. Si gira intorno sorridendo e ci saluta uno a uno. Ognuno risponde sorridendo e si sprecano i ciao, i come va, come stai?
C’è un fuoco in una buca nella sabbia: una cattedra sta bruciando e Gherardo è scrupolosamente intento ad arrostire un quadrupede. Alza appena il viso per dirci : -E’ quasi cotto!
Francesco è all’inizio della scaletta e ci invita a salire:
- C’è un po’ di vino, venite.
- Ma tu non eri sulla spiaggia con noi, che ne sai?
- Non fare domande sciocche. Io insegno come volevano costruire una società perfetta, di uomini uguali, liberi e felici, senza guerre e senza ingiustizie. Di fronte a un sogno come quello, cosa vuoi che sia una piroga un po’ più grande del normale? Un piccolo sogno borghese!
Stefano C. rivolto a Jacopo: - Ma a bordo ci sono i tortelli?
- Di più e di meglio.
- E il cinghiale, l’anatra i fegatelli?
Jacopo si volge verso la nave e fa un cenno. Si affaccia una ragazza che si toglie dal collo quella che sembra una collana di fiori e la getta. Jacopo la prende al volo e se la mette al collo: è una collana di fegatelli, alternati a salsicce e pezzetti di pane arrostito.
Ora altre ragazze si affacciano dal bordo. Hanno collane di fiori, capelli neri e sorrisi radiosi: somigliano vagamente a un gruppo di comparse per “Gli ammutinati del Bounty.
Paolo arriccia leggermente il naso:- Ma io le preferivo bionde!
Franco, affacciato al bordo:- Quelle sono dall’altra parte, intorno alla piscina.
Claudio, con in mano una coppa di champagne:- Ma c’è un casinò a bordo?
- Certo, e anche l’ippodromo per le corse di cavalli. – Risponde Megane gale.
Gherardo: - E’ cotto, ci possiamo imbarcare.
Stefano B., appoggiato alla MTBike: - Io devo finire di allenarmi, salgo alla prossima fermata.
- Mancano Giulio e Pierluigi!
- Sono a un congresso.
- E Giovanni e Susanna?
- Stanno arrivando.
- OK andiamo, gli altri sono già a bordo.
Mentre salgo mi domando se non sia la volta che mi faccio la supplente di filosofia. Tanto nei sogni niente è impossibile, mi hanno perfino promosso alla IV C…
martedì, marzo 08, 2005
Un sogno (da Gherardo)
Vi racconto un sogno ambientato alla fine degli anni ’60.
Una ben nota professoressa di matematica e fisica del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, rimasta famosa anche ai posteri, a conclusione dell’anno scolastico 65/66 assegnò un compito in classe alla III C (che in quell’anno aveva appreso tutti i segreti della termodinamica) con l’obiettivo di verificare chi avesse davvero “interiorizzato” la materia.
Il compito consisteva in una domanda:
"L'inferno è esotermico (libera calore) o endotermico (assorbe calore)? Sostenete la risposta con delle prove"
La maggior parte degli studenti cercò di dimostrare le proprie convinzioni citando la legge di Boyle (un gas si raffredda quando si espande e si riscalda quando viene compresso), o alcune sue varianti.
Uno di loro tuttavia, di nome Roberto, scrisse quanto segue:
--------------------------
"Innanzitutto, dobbiamo sapere come cambia nel tempo la massa dell'inferno.
E quindi abbiamo bisogno di stabilire i tassi di entrata e di uscita dall'inferno delle anime. Credo che possiamo tranquillamente assumere che quando un'anima entra all'inferno non è destinata a uscirne. Quindi nessuna anima esce.
Per quanto riguarda il numero di anime che fanno il loro ingresso all'inferno, prendiamo in considerazione le diverse religioni attualmente esistenti al mondo: un numero significativo di esse sostiene che se non sei un membro di quella stessa religione andrai all'inferno.
Siccome di queste religioni ce n’è più d’una, e visto che le persone abbracciano una sola fede per volta, possiamo dedurne che tutte le persone e tutte le anime finiscono all'inferno. Dunque, stanti gli attuali tassi di natalità e mortalità della popolazione, possiamo attenderci una crescita esponenziale del numero di anime presenti all'inferno.
Ora rivolgiamo l'attenzione al tasso di espansione dell'inferno, poiché la legge di Boyle afferma che per mantenere stabile la temperatura e la pressione dentro l'inferno, il volume dello stesso deve crescere proporzionalmente all'ingresso delle anime. Questo ci dà due possibilità:
1) se l'inferno si espande ad una velocità minore di quella dell'ingresso delle anime, allora temperatura e pressione dell'inferno saranno destinate a crescere fino a farlo esplodere.
2) naturalmente, se l'inferno si espande più velocemente del tasso d'ingresso delle anime, allora temperatura e pressione scenderanno fino a quando l'inferno non si congelerà.
Dunque quale delle due è l'ipotesi corretta?
Se accettiamo il postulato comunicatomi dalla signora Falugiani durante i due passati anni scolastici, secondo il quale "Farà molto freddo all'inferno ..... prima che io venga a letto con te !", e considerando che non ho avuto successo nel tentativo di avere una relazione sessuale con lei, allora l'ipotesi 2 non può essere vera. Quindi l'inferno è esotermico".
------------------------------
Roberto prese l'unico 10 e fu promosso alla Classe IV sezione C !.
Fine del sogno !!!!!
PS
Considerando l'eccellente "logica" dimostrata, Roberto avrebbe meritato che almeno la supplenta di filosofia gliel'avesse data, ma agli atti non risulta
Una ben nota professoressa di matematica e fisica del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, rimasta famosa anche ai posteri, a conclusione dell’anno scolastico 65/66 assegnò un compito in classe alla III C (che in quell’anno aveva appreso tutti i segreti della termodinamica) con l’obiettivo di verificare chi avesse davvero “interiorizzato” la materia.
Il compito consisteva in una domanda:
"L'inferno è esotermico (libera calore) o endotermico (assorbe calore)? Sostenete la risposta con delle prove"
La maggior parte degli studenti cercò di dimostrare le proprie convinzioni citando la legge di Boyle (un gas si raffredda quando si espande e si riscalda quando viene compresso), o alcune sue varianti.
Uno di loro tuttavia, di nome Roberto, scrisse quanto segue:
--------------------------
"Innanzitutto, dobbiamo sapere come cambia nel tempo la massa dell'inferno.
E quindi abbiamo bisogno di stabilire i tassi di entrata e di uscita dall'inferno delle anime. Credo che possiamo tranquillamente assumere che quando un'anima entra all'inferno non è destinata a uscirne. Quindi nessuna anima esce.
Per quanto riguarda il numero di anime che fanno il loro ingresso all'inferno, prendiamo in considerazione le diverse religioni attualmente esistenti al mondo: un numero significativo di esse sostiene che se non sei un membro di quella stessa religione andrai all'inferno.
Siccome di queste religioni ce n’è più d’una, e visto che le persone abbracciano una sola fede per volta, possiamo dedurne che tutte le persone e tutte le anime finiscono all'inferno. Dunque, stanti gli attuali tassi di natalità e mortalità della popolazione, possiamo attenderci una crescita esponenziale del numero di anime presenti all'inferno.
Ora rivolgiamo l'attenzione al tasso di espansione dell'inferno, poiché la legge di Boyle afferma che per mantenere stabile la temperatura e la pressione dentro l'inferno, il volume dello stesso deve crescere proporzionalmente all'ingresso delle anime. Questo ci dà due possibilità:
1) se l'inferno si espande ad una velocità minore di quella dell'ingresso delle anime, allora temperatura e pressione dell'inferno saranno destinate a crescere fino a farlo esplodere.
2) naturalmente, se l'inferno si espande più velocemente del tasso d'ingresso delle anime, allora temperatura e pressione scenderanno fino a quando l'inferno non si congelerà.
Dunque quale delle due è l'ipotesi corretta?
Se accettiamo il postulato comunicatomi dalla signora Falugiani durante i due passati anni scolastici, secondo il quale "Farà molto freddo all'inferno ..... prima che io venga a letto con te !", e considerando che non ho avuto successo nel tentativo di avere una relazione sessuale con lei, allora l'ipotesi 2 non può essere vera. Quindi l'inferno è esotermico".
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Roberto prese l'unico 10 e fu promosso alla Classe IV sezione C !.
Fine del sogno !!!!!
PS
Considerando l'eccellente "logica" dimostrata, Roberto avrebbe meritato che almeno la supplenta di filosofia gliel'avesse data, ma agli atti non risulta
mercoledì, marzo 02, 2005
Se non vi piace questa...
Se non vi piace questa, non so più cosa inventare (battuta di Woody Allen, in veste di giullare, rivolto al re, che lo ha trovato a letto con la regina).
Sherlock Holmes e il suo assistente Watson vanno in campeggio in campagna e piazzano la tenda sotto le stelle.
Durante la notte Holmes sveglia Watson e gli dice: "Guarda le stelle e dimmi cosa ne deduci"
Watson risponde: "Vedo milioni di stelle e anche se solo una piccola parte di queste sono pianeti, sono quasi certo che ci siano altri pianeti simili alla Terra e se ci sono altri pianeti simili alla Terra significa che c'e' vita".
"Ma no, ma no!"
"Che dai movimenti degli astri si può deddurre il destino dell'Uomo?"
"Ma no, ma no!"
"Si può dedurre quanto è piccolo l’uomo di fronte all’Unoiverso?"
"Ma no, ma no!"
"Allora me lo dica lei, maestro."
"Elementare Watson . Ci hanno rubato la tenda".
State bene, Roberto
P S. Stupenda la foto "spaziale' di Gherardo. Chi sa che cosa ne avrebbe dedotto Holmes?
Sherlock Holmes e il suo assistente Watson vanno in campeggio in campagna e piazzano la tenda sotto le stelle.
Durante la notte Holmes sveglia Watson e gli dice: "Guarda le stelle e dimmi cosa ne deduci"
Watson risponde: "Vedo milioni di stelle e anche se solo una piccola parte di queste sono pianeti, sono quasi certo che ci siano altri pianeti simili alla Terra e se ci sono altri pianeti simili alla Terra significa che c'e' vita".
"Ma no, ma no!"
"Che dai movimenti degli astri si può deddurre il destino dell'Uomo?"
"Ma no, ma no!"
"Si può dedurre quanto è piccolo l’uomo di fronte all’Unoiverso?"
"Ma no, ma no!"
"Allora me lo dica lei, maestro."
"Elementare Watson . Ci hanno rubato la tenda".
State bene, Roberto
P S. Stupenda la foto "spaziale' di Gherardo. Chi sa che cosa ne avrebbe dedotto Holmes?