sabato, ottobre 14, 2006
Attenti al dito
Rob chiede e io d'oltremare ottempero. Eccovi in prosa poetica o versi molto (ma di molto) sciolti.
Il dito che si muove scrive e poi che ha scritto muove oltre.
Ne' tutta la tua devozione, ne'l'acume
lo tenteranno a cancellar foss'anche mezza riga.
Tutte le tue lacrime non laveranno via una sola parola.
Il Rubaiyat di Omar Khayyam era uno dei poemi preferiti di mio suocero, scienziato americano autore di ricerche di grande prestigio (recipient tra l'altro, in Italia, del Premio Balzan) e uomo di enorme cultura umanistica. Il Rubaiyat e' anche uno dei fari che illuminano i passi di sua figlia, mia moglie, altro soggetto - come Roberto - di sterminate letture. Grazie alla citazione di Roberto - che lei sapeva ovviamente a memoria - il libro e' sceso dallo scaffale e ora e' qui a mia edificazione, a gettar luce nella tenebra della mia ignoranza.
Riguardo a GPT sono d'accordo con Francesco: che le vie da seguire non siano quelle della ragione, ma quelle dettate dal momento, dal naso, dal cuore e dal senso dell' umorismo.
Purtroppo il CD con le email di Sandro riguardanti il Timossi e' attualmente in America, ma mia moglie lo portera'indietro presto. Ricordo che Sandro descriveva la lamentazione delle ultime disavventure come "la vicenda neo-realistica del Timossi".
Stamattina su uno svincolo ho tirato su un capellone quarantenne suonato che tentava di raggiungere Auckland per trovare un lavoro giornaliero che gli consentisse di tirar su qualche soldo. Diceva che durante la notte gli avevano aperto la macchina e gli avevano fatto i soldi. Solo 50 dollari, ha aggiunto, ma era tutto quello che avevo. Lo ho portato dove voleva andare; lui non mi ha chiesto niente; gli ho dato di che far colazione; era felicissimo e mi ha detto che ci avrebbe comprato delle sigarette. Mentre mi allontanavo in macchina, lo ho visto nello specchietto ritto sull' attenti sul marciapiede che mi salutava col pollice in su' (ho guardato bene, era il pollice) finche' non son scomparso oltre una curva. Non saprei se lo meritasse particolarmente, ma era contento e io pure. Io poi non mi posso davvero permettere di far troppo il difficile: fosse toccato a me tutto quello che mi meritavo, forse non sarei qui a fare il grillo saggio.
Come suppongo sia accaduto a molti di voi, fui avvicinato una volta in un parcheggio di Careggi - dove mio padre era agli sgoccioli - da un tizio che mi ammanni' la storiella dei soldi spariti e del biglietto ferroviario da ricomprare. Non la avevo mai sentita e ero cosi' vicino ai nervi a nudo, che trovai conforto nel dargli qualche lira (la meta' del costo dichiarato del biglietto). Tornato a casa fui preso per il culo da tutti, ma ero contento comunque, che se li bevesse in un bar o ci facesse quel che gli pareva.
Cannibal Jack
Il dito che si muove scrive e poi che ha scritto muove oltre.
Ne' tutta la tua devozione, ne'l'acume
lo tenteranno a cancellar foss'anche mezza riga.
Tutte le tue lacrime non laveranno via una sola parola.
Il Rubaiyat di Omar Khayyam era uno dei poemi preferiti di mio suocero, scienziato americano autore di ricerche di grande prestigio (recipient tra l'altro, in Italia, del Premio Balzan) e uomo di enorme cultura umanistica. Il Rubaiyat e' anche uno dei fari che illuminano i passi di sua figlia, mia moglie, altro soggetto - come Roberto - di sterminate letture. Grazie alla citazione di Roberto - che lei sapeva ovviamente a memoria - il libro e' sceso dallo scaffale e ora e' qui a mia edificazione, a gettar luce nella tenebra della mia ignoranza.
Riguardo a GPT sono d'accordo con Francesco: che le vie da seguire non siano quelle della ragione, ma quelle dettate dal momento, dal naso, dal cuore e dal senso dell' umorismo.
Purtroppo il CD con le email di Sandro riguardanti il Timossi e' attualmente in America, ma mia moglie lo portera'indietro presto. Ricordo che Sandro descriveva la lamentazione delle ultime disavventure come "la vicenda neo-realistica del Timossi".
Stamattina su uno svincolo ho tirato su un capellone quarantenne suonato che tentava di raggiungere Auckland per trovare un lavoro giornaliero che gli consentisse di tirar su qualche soldo. Diceva che durante la notte gli avevano aperto la macchina e gli avevano fatto i soldi. Solo 50 dollari, ha aggiunto, ma era tutto quello che avevo. Lo ho portato dove voleva andare; lui non mi ha chiesto niente; gli ho dato di che far colazione; era felicissimo e mi ha detto che ci avrebbe comprato delle sigarette. Mentre mi allontanavo in macchina, lo ho visto nello specchietto ritto sull' attenti sul marciapiede che mi salutava col pollice in su' (ho guardato bene, era il pollice) finche' non son scomparso oltre una curva. Non saprei se lo meritasse particolarmente, ma era contento e io pure. Io poi non mi posso davvero permettere di far troppo il difficile: fosse toccato a me tutto quello che mi meritavo, forse non sarei qui a fare il grillo saggio.
Come suppongo sia accaduto a molti di voi, fui avvicinato una volta in un parcheggio di Careggi - dove mio padre era agli sgoccioli - da un tizio che mi ammanni' la storiella dei soldi spariti e del biglietto ferroviario da ricomprare. Non la avevo mai sentita e ero cosi' vicino ai nervi a nudo, che trovai conforto nel dargli qualche lira (la meta' del costo dichiarato del biglietto). Tornato a casa fui preso per il culo da tutti, ma ero contento comunque, che se li bevesse in un bar o ci facesse quel che gli pareva.
Cannibal Jack
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