sabato, aprile 15, 2006
Da Gherardo
Provo ad affrontare 5 temi in sequenza (e da oggi smetto di parlare di politica e di politicanti)
1 – Risposta al Maori
Non solo ho votato per il Centro/Destra ma addirittura per Forza Italia (per il Centro/Destra hanno votato, sommando Camera e Senato, più del 50% degli italiani ed in Italia non ci sono più del 50% di ex-fascisti, of course)
2 – Puntualizzazione per il Maori
Tenaglia/Tremaglia si è giustamente suicidato perché ha permesso di far arrivare in Parlamento (anche se non presenzieranno
3 – Leggere quanto scrive oggi Giancarlo Lehner che, se non smentito, mi sembra significativo
Il destino cinico e baro d'avere magari un Antonio Di Pietro alla Pubblica Istruzione non è dipeso da brogli elettorali ma semplicemente dal signor
La legge, con le firme di tutti i leader del centrosinistra, prevedeva un tetto bassissimo, per cui
l' eredità di una camera, bagnetto e cucinotto avrebbe comportato una gabella stratosferica.
Su Striscia la notizia quel filmato decisivo e oggettivo era già programmato per andare in onda, poi non se n'è fatto più nulla. La correttezza dell'informazione non piacque ad Antonio Ricci. Solo a lui od anche ad altri?
Non fate sapere a Berlusconi che quel filmato in possesso della sua Mediaset avrebbe spostato almeno mezzo milione di voti.
Giancarlo Lehner
4 – Il 28 marzo scorso scrissi su questo stesso blog “Finalmente entro un anno torneremo ad elezioni più serie (Prodi può durare solo pochi mesi) in cui, come ai vecchi tempi, ci sarà uno schieramento di sinistra da un lato ed uno di centro dall’altro, essendosi depurati dai leader di oggi (fuori Berlusconi e Prodi) e rimesso a posto l’assetto con Rutelli, Mastella ed altri che avranno lasciato la sinistra (ci sono finiti solo perché nel “Berlusconi contro tutti” hanno preferito far parte dei “tutti”).” Lo scrissi perché prevedevo una vittoria ampia dell’Ulivo ed invece, alla luce del risultato elettorale …… ecco cosa prevedeva ieri Enrico Cisnetto :
Tutti dicono che ora è un gran casino, con Prodi che fa finta di aver vinto e Berlusconi che non si rassegna ad aver perso. Vero, ma sono altre le cose che devono preoccupare, non il risultato elettorale. Per esempio, la scarcerazione di Fiorani e l’arresto di Provenzano in concomitanza delle elezioni, con il contorno di verbali di deposizione che parlano di incroci tra affari e politica e di “pizzini” che preannunciano clamorose rivelazioni, rappresentano una pura coincidenza o sono state regolate da un timer gestito da mani esperte?
E il memoriale di Consorte – in cui tra quelli che lui chiama i “furbi del Cotton club” ci sarebbero gli esponenti politici dell’Unione che più si sono battuti contro i “furbetti del quartierino” – è stato preannunciato proprio in queste ore perché l’ex capo di Unipol ha finito di scriverlo solo ora? E quell’esultanza del pm Greco (smentita dal magistrato, ndD), durante un dibattimento relativo al caso Parmalat, alla notizia che gli italiani all’estero avevano dato al centrosinistra anche il Senato, è solo un pur deprecabile eccesso di tifoseria, o fa presagire qualcosa di più e di diverso, magari consacrato dall’ingresso di Guido Rossi nel governo Prodi?
E perché, infine, tutti i giornali scrivono da settimane che il risiko bancario riprenderà con (ma si deve intendere dipenderà da) il dopo-voto? Interrogativi inquietanti, che fanno temere un gioco al massacro di lobby e consorterie, uno scontro di interessi senza precedenti in cui il sentimento prevalente rischia di essere la voglia di vendetta. Altro che il “pareggio” del 9 e 10 aprile. Quello, intanto, è stato alla luce del sole, determinato da elezioni che si sono svolte in modo civile e ordinato nonostante una campagna elettorale da “guerra civile”. E poi, chi l’ha detto che si tratta di un accidente, o peggio di un errore commesso da un paese diviso che qualche inetto vorrebbe costringere a tornare alle urne?
Per prima cosa, sgombriamo il campo da una favola: l’Italia non è affatto spaccata in due. Provate a fare questa somma: Forza Italia, Udc, una buona parte di An, Margherita, Udeur, una buona parte dei Ds, la Rosa nel pugno. Il risultato fa 65-70 per cento. Non sto parlando dei partiti, ma degli elettori: gli italiani che hanno votato così sono decisamente omogenei tra loro – sui grandi principi che devono orientare lo sviluppo della società: democrazia, ancoraggio occidentale, modernità, giusto mix tra diritti e opportunità, tra individuo e collettività – e comunque lo sono di gran lunga se messi a confronto con quelli che, a destra come a sinistra, hanno scelto le componenti più massimaliste.
Certo, in quei due terzi di cittadini ci sono quelli più moderati e quelli più progressisti, i laici e i cattolici, i liberisti e i liberal-socialisti, ma di sicuro non ci sono comunisti e fascisti riconfermati, secessionisti sguaiati, ambientalisti teorici del no a tutto, giustizialisti vari. Certo non rappresentano un vero e proprio blocco sociale – d’altra parte, come potrebbe essere vista la progressiva atomizzazione, soprattutto del ceto medio? – ma il loro sistema di interessi è componibile, mediabile. La fregatura sta nel fatto che questa grande maggioranza di italiani non solo è costretta a dividersi per via di un’offerta politica forzatamente contrapposta, ma, quel che è peggio, deve vivere nella più completa ingovernabilità.
Infatti, la camicia di forza di un bipolarismo straccione fa confluire i suoi voti in due coalizioni che, per vincere, hanno bisogno di quelle forze che rappresentano il restante 30-35 per cento. Alle quali, leggi elettorali cervellotiche (questa come quella di prima) e un sistema politico demenziale regalano una capacità di “ricatto” che in nessun paese europeo è concessa alle “ali”. Così, in questi ultimi dodici anni (
Allora, chi produce ingovernabilità non sono gli elettori, ma il sistema politico. Anzi, in questo quadro il “pareggio” – perché tale è e resta il risultato di lunedì: non si governa senza neppure il 50 per cento dei consensi e con uno scarto dello 0,6 per mille – può essere utile a farci aprire gli occhi su ciò su cui dobbiamo prioritariamente intervenire. E per un teorico ante-litteram della Grosse Koalition e dell’Assemblea costituente quale sono, non può non farmi piacere constatare che, ex-post, s’ingrossano le fila del partito del dialogo e della convergenza, premesse indispensabili per riscrivere in modo condiviso le regole costituenti e smontare e rimontare un sistema politico che, pur salvaguardando l’obiettivo dell’alternanza, dia degna rappresentanza alla grande maggioranza degli italiani.
Ma una cosa deve essere chiara, soprattutto a chi oggi si scopre pompiere dopo aver fatto a lungo il piromane: per cavare dal “pareggio” il succo che un voto così intelligente merita, Prodi e Berlusconi – che hanno voluto trasformare le elezioni per il Parlamento in un referendum presidenzialistico, perdendolo entrambi – devono andare a casa. E siccome non pare proprio che i due sappiano e vogliano capire la lezione data loro dagli italiani, sarà bene che i “dialoganti” delle due sponde – siano essi uomini politici, opinion leader od outsider – si assumano la responsabilità di farglielo intendere. Chi ha le palle le tiri fuori, please.
Enrico Cisnetto
5 – Prodi e Scalfaro (per Francesco)
C’è un’isola delle Egadi, Marettimo, ultimo paradiso raggiungibile da Trapani, via Favignana, unicamente con un mezzo marittimo pubblico, perché le barche private non possono arrivarci essendo situata all’interno di un Parco Marino assunto a Riserva Naturalistica.
Si tratta di un’isola bipartisan perché oltre a possederci un appartamento sia Gasbarri che Fini, c’è anche un villaggio che si chiama ufficialmente Marettimo Residence, formato da 42 appartamenti (http://www.marettimoresidence.it/ita/home.php) che sono un vero controsenso in un environment quale quello che ho descritto (è vietato gettare l’ancora intorno a Marittimo anche ai “marinai” residenti). Ho detto isola bipartisan perché se indicando col dito Marettimo Residence, domandate a chiunque sull’isola “cosa sono quelle costruzioni là” la risposta a gran voce è : “ma quello è Villaggio Prodi !”
Poiché il “Professore” è collega di Francesco, e poiché l’Ateneo Bolognese permette guadagni così significativi, a quando andiamo tutti a trascorre le ferie a “Villaggio Benvenuti“ ?
Di Scalfaro ne penso anche peggio !
PS
Lo sapevate che Poste Italiane ha già emesso un francobollo con l'immagine (il faccione) del futuro Presidente del Consiglio, Professor Romano Prodi ?
Lo sapevate che dopo qualche giorno il francobollo è stato ritirato, per motivi igienici, su ordine del Ministero della Salute ?
Ebbene, il motivo è che oltre il 50 % degli utenti del servizio postale, sbagliavano la parte del francobollo su cui "sputare", per attaccarlo alla lettera da spedire !