sabato, gennaio 07, 2006
Dati aggiornati sulla guerra in Congo
Da Rorerto. Riporto qui di seguito un articolo tratto da "Le scienze on line", dove si deduce che i dati che ricordavo io sulla guerra in Congo erano "all'acqua di rose". N.B. I "grassetti" sono miei.
06.01.2006
Guerra e malattie.
Più ancora delle armi uccidono fame e infezioni
La guerra in Congo è una tragedia umanitaria, alla quale la comunità internazionale sembra sorda. Lo afferma Richard Brennan, direttore sanitario dell’International Rescue CommitteeInternational Rescue Committee, in un rapporto pubblicato sull’ultimo numero di The Lancet. Fornendo i dati raccolti in uno studio sul campo, Brennan sottolinea che nelle provincie orientali di quella nazione la mortalità è del 40 per cento superiore a quella, già terribile, delle aree sub-sahariane, raggiungendo un tasso di 2,1 morti per 1000 abitanti al mese. Si stima che fra il 1998 e il 2004 le vittime del conflitto siano state complessivamente 3,9 milioni. Gran parte delle morti, peraltro, non sono state direttamente provocate da atti violenti, ma sono la conseguenza dell’imperversare di malattie in seguito alle diffuse condizioni di denutrizione, di scarsità di igiene e di fonti di acqua potabile conseguenti alle distruzioni e agli sfollamenti. L’aspetto più tragico, sottolinea Brennan, è che si tratta per lo più di malattie facilmente prevenibili e curabili. Quello appena uscito è il quarto di una serie di rapporti pubblicati annualmente a partire dal 2000, che si sono invariabilmente conclusi con l’osservazione che quella del Congo è la peggiore, e più inascoltata crisi umanitaria degli ultimi 60 anni
06.01.2006
Guerra e malattie.
Più ancora delle armi uccidono fame e infezioni
La guerra in Congo è una tragedia umanitaria, alla quale la comunità internazionale sembra sorda. Lo afferma Richard Brennan, direttore sanitario dell’International Rescue CommitteeInternational Rescue Committee, in un rapporto pubblicato sull’ultimo numero di The Lancet. Fornendo i dati raccolti in uno studio sul campo, Brennan sottolinea che nelle provincie orientali di quella nazione la mortalità è del 40 per cento superiore a quella, già terribile, delle aree sub-sahariane, raggiungendo un tasso di 2,1 morti per 1000 abitanti al mese. Si stima che fra il 1998 e il 2004 le vittime del conflitto siano state complessivamente 3,9 milioni. Gran parte delle morti, peraltro, non sono state direttamente provocate da atti violenti, ma sono la conseguenza dell’imperversare di malattie in seguito alle diffuse condizioni di denutrizione, di scarsità di igiene e di fonti di acqua potabile conseguenti alle distruzioni e agli sfollamenti. L’aspetto più tragico, sottolinea Brennan, è che si tratta per lo più di malattie facilmente prevenibili e curabili. Quello appena uscito è il quarto di una serie di rapporti pubblicati annualmente a partire dal 2000, che si sono invariabilmente conclusi con l’osservazione che quella del Congo è la peggiore, e più inascoltata crisi umanitaria degli ultimi 60 anni
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