<$BlogRSDURL$>

venerdì, novembre 19, 2004

Il Bounty e altri vascelli 

Sulla questione del processo ai discendenti degli ammutinati del Bounty, in Italia sono comparsi sui giornali, nelle pagine interne, dei trafiletti che potevano sfuggire facilmente a lettori distratti.
Piu’ difficile che potesse sfuggire il pezzo di ‘Jack Dedi’ ai lettori del gianblog.
L’ammutinamento del Bounty ha ispirato diversi film e ho ricordi, vaghi e lontani, di almeno un film e almeno un libro ispirati al ‘dopo’: cioe’ al disastro in cui si risolse la convivenza fra quel piccolo gruppo di persone che avevano scelto di vivere insieme, non solo per sfuggire alla crudeltà della marina inglese, ma perche’ speravano di creare un piccolo paradiso terrestre (Guido io vorrei... con quel che segue).


Particolarmente interessante il caso dei tahitiani (e delle tahitiane) che si unirono al gruppo: non dovevano neppure sfuggire alla marina inglese e furono quelli che ebbero da soffrire di piu’ ad opera degli ‘altri’.
Il libro, letto tanti anni fa, e non ricordo piu’ ne’ l’autore ne’ il titolo, raccontava comunque che, quando, venti anni dopo l’ammutinamento e l’insediamento, una nave si era fermata sull’isola, vi aveva trovato un solo ammutinato vivo, con tanti bambini e poche donne, finalmente riconciliati e si intuiva che di li' in poi tutti sarebbero vissuti felici e contenti, o quasi.
Un aspetto interessante del processo attuale e' che ha fatto sapere che il seguito vero della fiaba non e’ stato affatto ‘e vissero a lungo felici e contenti'.

Ho in casa un libro, che come tanti altri, ho comprato ripromettendomi di leggerlo prima o poi quando ne avro’ voglia. Ma non e’ un caso che sia rimasto li’. E’ ‘Il Signore delle Mosche’ di William Golding. Conosco gia’ piu’ o meno il contenuto e non mi piace.
Un gruppo di bambini e di ragazzi rimane isolato su un’isola deserta e potrebbe essere l’inizio di un nuova fiaba, tipo ‘Peter Pan e i suoi allegri compagni nell’isola felice, finalmente liberi dal problema di Capitan Uncino’.
Invece prendono il sopravvento istinti selvaggi e aggressivi e scompare qualsiasi forma di solidarieta’ e di collaborazione: un piccolo inferno.
So che William Golding, inizialmente maestro elementare di simpatie steineriane (cioe’ credo fra quelli che fanno le lodi della spontaneita’ infantile), poi premio Nobel per la letteratura, teorizzava che ’l’uomo distilla il male come l’ape il miele’.

Probabilmente qualche ragazzino gli aveva messo un petardo sotto il culo e gli aveva fatto cambiare opinione.
Io preferisco le fiabe a lieto fine. Se il lieto fine manca si puo’ sempre cambiare libro, o gruppo di persone. Per questo le isole e i ‘vascelli’ sono luoghi pericolosi: diventa difficile cambiare compagnia, anche se non ti piace.
A quelli del Bounty non basto’ mettere fuori dalla nave il capitano antipatico, per vivere felici. Il capitano della nave Italia restera’ a bordo ancora un paio d’anni almeno. Poi spero che finira’ anche lui sul barchino.
La Nuova Zelanda sembra un po’ meglio, dalle descrizioni di Jacopo.

Sogni felici a tutti da Roberto

Comments: Posta un commento

This page is powered by Blogger. Isn't yours?