lunedì, maggio 31, 2004
inizio di spiegone..claudio a francesco,gherardo,tutti
Dici bene Francesco...chi l'avrebbe detto (a parte l'Amata Zona da te citata)che ora che la sinistra si era convinta che il liberismo era bello ed una sostanziale panacea, ecco che, non certo da solo, qu'ì grullo del giannesi a seminar pessimismo...
L'altra sera, conversando sul sofà dell'HTL la Gioconda con il Roberto, gli facevo un esempio: tu hai investito un 100 mila euro in azioni. Diciamo Parmalat, così viene bene. Una sera, i' Tanzi, dopo aver sanamente trombato e bevuto, in quel di Firenze, ed un po' ebbro, rientrando in albergo ti dice: "...caro il mì robertino, ma lo sa che c'ho una ciofeca d'azienda, che la c'ha 30 mila miliardi di buco e mezzo fatturato me lo sono inventato assieme ad altri tre scemi toppi managere ?..." Dico al roberto: tu ora sei un azionista/investiore informato, cioè sai: che fai ? Denunci i'Tanzi, e ti trovi più povero di 100 mila euruzzi, o provi a metterlo nel culo a qualcun altro, stando bello zittino ?" Il Rugi, della cui onestà e sinistrità nessuno osa immaginare, ha risposto come è ovvio: glielo rivogo in quel posto al primo fesso...Non a caso, nel 2003, hanno dato il premio nobel per l'economia a chi ha dimostrato che i mercati inefficienti o disinformati sono i soli nei quali si può fare profitto. Insomma, appare evidente che, se tutti abbiamo le stesse informazioni, in via di ipotesi non può avvenire alcuno scambio.
Ma questo è solo un corno del problema, peraltro fondamentale: il liberismo non esisterebbe, senza una significativa, e a questo punto auspicabile asimmetria informativa. Separare i fessi dal proprio denaro è quindi il silente input strategico imperante. Se non hai il prospetto illustrativo, sei un truffatore, se ce l'hai, sei una banca.
Il prospetto informativo, così come i contratti con i caratteri scritti in piccolo e grigio (in nero sarebbero più leggibili...)sono pure foglie di fico per le pudenda di AD celebri.Tanto, loro sanno bene che nessuno legge i prospetti informativi: chi vorrebbe mai le brutte notizie ? Sperare è così bello...Il Prospetto è poi un'informazione, sì, ma non una spiegazione che inalza il tuo livello di sapere. La differenza che c'è tra essere informati e sapere, è la stessa che leggere le componenti di un medicinale(informazione), e capire cos'è qulla molecola, di cui vedo la formula chimica e la descrizione in chiaro (sigh !) che mal combinandosi con altrettantomisteriose sigle, di un'altro "bugiardino", di un'altro medicinale, ti farà inevitabilmente schiattare...
........
Infine, un piccolo e cauto approccio ad una modellistica economica "estrema" che potrebbe aiutarci a capire i meccanismi veri che sottengono a questo modello che crediamo di comprendere.
Su questa modellistica, che è originale, vi chiedo un contributo di pensiero, e di critica, ma anche di prosieguo.
Dunque, a forza di globalizzare, sul pianeta si affermò la società ACME. Essa produceva tutto ciò che serviva all'umanità , dal vestiario, alle abitazioni, al cibo, agli utensili. Tutta l'umanità, del resto, dipendeva da ACME, nel senso che tutti erano dipendenti di ACME. Oltre sei miliardi di anime. Le altre aziende erano sparite, tutte fusesi all'interno del grande cappello di ACME.
I contabili di Acme dopo l'ultima fusine, si trovarono di fronte a questo dilemma.
Struttura dei costi di ACME
Costi per il personale (ehh,ehh) 6miliardi di dipendenti*20.000 euro l'anno di media , vogliamo dire ? Bene.Contributi, un altro fracco di miliardi (l'ACME pensava anche al futuro dei 6 miliardi di anime...)
Costi di estrazione e lavorazione materie prime. ...beh un bel po' di altri migliaia di miliardi....Costi commerciali: zero, sì, perchè la concorrenza non c'era...
Utile per il Bill Gates dell'ACME: beh, qualcosina anche per l'utile.
Bene, diciamo che, per far lavorare 6 miliardi di tipi, e garantirgli uno stipendio medio dignitoso, occorrono costi che sono2,3,5 volte quel valore medio...Diciamo che il prezzo, finale, sarà, o potrebbe essere, un 100.000 euro medi per 6 miliardi....Si, ma chi li spende, quei soldi ? I 6 miliardi di dipendenti, sono anche i 6 miliardi di consumatori, cioè il mercato vale, non quanto l'azienda può produrre, ma quanto il mercato può spendere...Si, ma chi terrebbe in piedi una baracca come l'ACME, per rimetterci tutti quei soldoni ???...
Allora, mi mancano dei consumatori. Se posso, li prendo su Marte, sennò posso solo: ridurre drasticamente il n° dei dipendenti (da 6 miliardi a...?) e sperare che acquistino lo stesso un po' dei miei prodotti ?? Con quali soldi ? Con il debito che lo Stato fa battendo moneta, consegnadolo alle Banche che lo danno al consumaotre non più dipendente....
Bello, no ?
Beh, però ci sono i patrimoni precedenti,quello dei babbi, dei nonni, degli avi, c'è il valore delle risorse del pianeta....Giusto, basta che si sia d'accordo che solo consumando (chè è un altro modo di sostenere costi)le risorse,e i patrimoni è possibile far guadagnare qualcuno...
Si vabbè, ma l'antitrust...
Si ACME è un caso limite, ma fossero mille, le ACME, guadagnerebbe solo quella (o quelle) che pagando i costi dei propri dipendenti, li avrebbe tutti come consumatori, e ne sottragga una certa quota alle altre ACME....
Ma gli stati...Bene, lo Stato una cosa, può fare: battere moneta (che non è ricchezza, ma debito)e variamente distribuirla, e far credere che sarà sempre possibile rimborsarla...
Insomma, l'individuo è sia soggetto sociale, che ha alcuni diritti, che soggetto (sopratutto) economico,che ha certi chiarissimi doveri (consumare ed indebitarsi). Le aziende hanno un approccio "retribuire pochi" "vendere a molti", che, già così dichiarata, dimostra come sia impossibile che esistano infinite aziende tutte in grado di vendere a più consumatori di quanto valore consegnino ai pochi consumatori retribuiti come dipendenti...
Lo Stato deve far debito, rendere fluidi i meccanismi, e convincere i consumatori (oohps, i cittadini) che non ci sono problemi.
In realtà, la ns. società scambia una valuta fragilissima, la fiducia, e le monete ne sono un precario simbolo.
Tutti i meccanismi dei "poteri forti" convergono verso lo status quo della fiducia. Ma, sostanzialmente siamo ricchi o benestanti, nell'esatta e complementare misura in cui, altri sono poveri. Uno è ricco se impoverisce molti (approcio one to many...)
Se la mia analisi non è così peregrina, giudico almeno azzardato ritenere di avere un modello di svilppo, economico e sociale, solido, su cui costruire dei piani di sviluppo, anche privati, quando l'edificio si basa su un concetto perennemente aggiornabile, e quotidinamente messo in gioco, quale "fiducia", e su uno status ingiusto, quale "asimmetria".
Durano di più i matrimoni fondati sulla beltà dell'essere dolce della cui Amata Zona Francesco discetta, beltà che, come ognun sa, ahimè tende a sfiorire, pur se in certune fascino e classe tendano a farla apprir eterna...
Buonanottre da Claudio
.....
Grato per le critiche a questa modellistica esemplificativa e non esaustiva, per le aggiunte, per i prosiegui...dove evolverà ACME ?
L'altra sera, conversando sul sofà dell'HTL la Gioconda con il Roberto, gli facevo un esempio: tu hai investito un 100 mila euro in azioni. Diciamo Parmalat, così viene bene. Una sera, i' Tanzi, dopo aver sanamente trombato e bevuto, in quel di Firenze, ed un po' ebbro, rientrando in albergo ti dice: "...caro il mì robertino, ma lo sa che c'ho una ciofeca d'azienda, che la c'ha 30 mila miliardi di buco e mezzo fatturato me lo sono inventato assieme ad altri tre scemi toppi managere ?..." Dico al roberto: tu ora sei un azionista/investiore informato, cioè sai: che fai ? Denunci i'Tanzi, e ti trovi più povero di 100 mila euruzzi, o provi a metterlo nel culo a qualcun altro, stando bello zittino ?" Il Rugi, della cui onestà e sinistrità nessuno osa immaginare, ha risposto come è ovvio: glielo rivogo in quel posto al primo fesso...Non a caso, nel 2003, hanno dato il premio nobel per l'economia a chi ha dimostrato che i mercati inefficienti o disinformati sono i soli nei quali si può fare profitto. Insomma, appare evidente che, se tutti abbiamo le stesse informazioni, in via di ipotesi non può avvenire alcuno scambio.
Ma questo è solo un corno del problema, peraltro fondamentale: il liberismo non esisterebbe, senza una significativa, e a questo punto auspicabile asimmetria informativa. Separare i fessi dal proprio denaro è quindi il silente input strategico imperante. Se non hai il prospetto illustrativo, sei un truffatore, se ce l'hai, sei una banca.
Il prospetto informativo, così come i contratti con i caratteri scritti in piccolo e grigio (in nero sarebbero più leggibili...)sono pure foglie di fico per le pudenda di AD celebri.Tanto, loro sanno bene che nessuno legge i prospetti informativi: chi vorrebbe mai le brutte notizie ? Sperare è così bello...Il Prospetto è poi un'informazione, sì, ma non una spiegazione che inalza il tuo livello di sapere. La differenza che c'è tra essere informati e sapere, è la stessa che leggere le componenti di un medicinale(informazione), e capire cos'è qulla molecola, di cui vedo la formula chimica e la descrizione in chiaro (sigh !) che mal combinandosi con altrettantomisteriose sigle, di un'altro "bugiardino", di un'altro medicinale, ti farà inevitabilmente schiattare...
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Infine, un piccolo e cauto approccio ad una modellistica economica "estrema" che potrebbe aiutarci a capire i meccanismi veri che sottengono a questo modello che crediamo di comprendere.
Su questa modellistica, che è originale, vi chiedo un contributo di pensiero, e di critica, ma anche di prosieguo.
Dunque, a forza di globalizzare, sul pianeta si affermò la società ACME. Essa produceva tutto ciò che serviva all'umanità , dal vestiario, alle abitazioni, al cibo, agli utensili. Tutta l'umanità, del resto, dipendeva da ACME, nel senso che tutti erano dipendenti di ACME. Oltre sei miliardi di anime. Le altre aziende erano sparite, tutte fusesi all'interno del grande cappello di ACME.
I contabili di Acme dopo l'ultima fusine, si trovarono di fronte a questo dilemma.
Struttura dei costi di ACME
Costi per il personale (ehh,ehh) 6miliardi di dipendenti*20.000 euro l'anno di media , vogliamo dire ? Bene.Contributi, un altro fracco di miliardi (l'ACME pensava anche al futuro dei 6 miliardi di anime...)
Costi di estrazione e lavorazione materie prime. ...beh un bel po' di altri migliaia di miliardi....Costi commerciali: zero, sì, perchè la concorrenza non c'era...
Utile per il Bill Gates dell'ACME: beh, qualcosina anche per l'utile.
Bene, diciamo che, per far lavorare 6 miliardi di tipi, e garantirgli uno stipendio medio dignitoso, occorrono costi che sono2,3,5 volte quel valore medio...Diciamo che il prezzo, finale, sarà, o potrebbe essere, un 100.000 euro medi per 6 miliardi....Si, ma chi li spende, quei soldi ? I 6 miliardi di dipendenti, sono anche i 6 miliardi di consumatori, cioè il mercato vale, non quanto l'azienda può produrre, ma quanto il mercato può spendere...Si, ma chi terrebbe in piedi una baracca come l'ACME, per rimetterci tutti quei soldoni ???...
Allora, mi mancano dei consumatori. Se posso, li prendo su Marte, sennò posso solo: ridurre drasticamente il n° dei dipendenti (da 6 miliardi a...?) e sperare che acquistino lo stesso un po' dei miei prodotti ?? Con quali soldi ? Con il debito che lo Stato fa battendo moneta, consegnadolo alle Banche che lo danno al consumaotre non più dipendente....
Bello, no ?
Beh, però ci sono i patrimoni precedenti,quello dei babbi, dei nonni, degli avi, c'è il valore delle risorse del pianeta....Giusto, basta che si sia d'accordo che solo consumando (chè è un altro modo di sostenere costi)le risorse,e i patrimoni è possibile far guadagnare qualcuno...
Si vabbè, ma l'antitrust...
Si ACME è un caso limite, ma fossero mille, le ACME, guadagnerebbe solo quella (o quelle) che pagando i costi dei propri dipendenti, li avrebbe tutti come consumatori, e ne sottragga una certa quota alle altre ACME....
Ma gli stati...Bene, lo Stato una cosa, può fare: battere moneta (che non è ricchezza, ma debito)e variamente distribuirla, e far credere che sarà sempre possibile rimborsarla...
Insomma, l'individuo è sia soggetto sociale, che ha alcuni diritti, che soggetto (sopratutto) economico,che ha certi chiarissimi doveri (consumare ed indebitarsi). Le aziende hanno un approccio "retribuire pochi" "vendere a molti", che, già così dichiarata, dimostra come sia impossibile che esistano infinite aziende tutte in grado di vendere a più consumatori di quanto valore consegnino ai pochi consumatori retribuiti come dipendenti...
Lo Stato deve far debito, rendere fluidi i meccanismi, e convincere i consumatori (oohps, i cittadini) che non ci sono problemi.
In realtà, la ns. società scambia una valuta fragilissima, la fiducia, e le monete ne sono un precario simbolo.
Tutti i meccanismi dei "poteri forti" convergono verso lo status quo della fiducia. Ma, sostanzialmente siamo ricchi o benestanti, nell'esatta e complementare misura in cui, altri sono poveri. Uno è ricco se impoverisce molti (approcio one to many...)
Se la mia analisi non è così peregrina, giudico almeno azzardato ritenere di avere un modello di svilppo, economico e sociale, solido, su cui costruire dei piani di sviluppo, anche privati, quando l'edificio si basa su un concetto perennemente aggiornabile, e quotidinamente messo in gioco, quale "fiducia", e su uno status ingiusto, quale "asimmetria".
Durano di più i matrimoni fondati sulla beltà dell'essere dolce della cui Amata Zona Francesco discetta, beltà che, come ognun sa, ahimè tende a sfiorire, pur se in certune fascino e classe tendano a farla apprir eterna...
Buonanottre da Claudio
.....
Grato per le critiche a questa modellistica esemplificativa e non esaustiva, per le aggiunte, per i prosiegui...dove evolverà ACME ?
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