sabato, maggio 08, 2004
Da Gherardo
Bravo Jacopo ! Un’analisi non cinica bensì obiettiva !
Correggerei solo (con un minimo di assoluzione) la paperona: da stupida senile a rincoglionita per senilità.
Aggiungerei quella simpaticissima macchietta del Grassi (mi sembra si chiamasse così), che non so se ricordate, al suonar della campanella schizzava via come una lippa infilandosi contemporaneamente le due maniche del pastrano che poi indossava facendolo piroettare sopra la testa; fuggiva letteralmente.
In fine una considerazione sulla Maria, che già scrissi tempo a dietro (pre-blog) a Stefano Curatolo: la sua grande “capacità” era quella di ottenere grandi risultati nella nostra “formazione”, attraverso un processo apparentemente “informativo”. Vale a dire, mentre apparentemente ci insegnava il percorso di una dimostrazione di un teorema, di fatto ci insegnava (anzi ci inculcava) come utilizzare la nostra testa in un processo di logica.
E con ciò ci ha insegnato (altro che Menicucci ! La odio ancora), ci ha insegnato, dicevo, anche a scrivere (e più genericamente ad esprimerci): pensare un attimo, schematizzare ciò che si vuole esprimere, ed esprimerlo quindi secondo un processo che partendo da cose condivise, o condivisibili, porti a quello che vogliamo esprimere, tramite passi successivi logici.
Sono 35 anni che ritengo di “dovere” alla Maria buona percentuale di quello che ho fatto di buono (sia professionalmente che nella vita privata).
In ultimo una strana coincidenza: se è vero, come è vero, che il piacevole (come giustamente lo definisce Jacopo) Chiti era gay, forse già sapete che anche la Maria in gioventù …. era stata colpita, durante il fascismo, da una “condanna” per omosessualità.
Ma secondo me era oltre la sessualità: non era materia, era spirito !
Ciao a tutti
Gherardo
Bravo Jacopo ! Un’analisi non cinica bensì obiettiva !
Correggerei solo (con un minimo di assoluzione) la paperona: da stupida senile a rincoglionita per senilità.
Aggiungerei quella simpaticissima macchietta del Grassi (mi sembra si chiamasse così), che non so se ricordate, al suonar della campanella schizzava via come una lippa infilandosi contemporaneamente le due maniche del pastrano che poi indossava facendolo piroettare sopra la testa; fuggiva letteralmente.
In fine una considerazione sulla Maria, che già scrissi tempo a dietro (pre-blog) a Stefano Curatolo: la sua grande “capacità” era quella di ottenere grandi risultati nella nostra “formazione”, attraverso un processo apparentemente “informativo”. Vale a dire, mentre apparentemente ci insegnava il percorso di una dimostrazione di un teorema, di fatto ci insegnava (anzi ci inculcava) come utilizzare la nostra testa in un processo di logica.
E con ciò ci ha insegnato (altro che Menicucci ! La odio ancora), ci ha insegnato, dicevo, anche a scrivere (e più genericamente ad esprimerci): pensare un attimo, schematizzare ciò che si vuole esprimere, ed esprimerlo quindi secondo un processo che partendo da cose condivise, o condivisibili, porti a quello che vogliamo esprimere, tramite passi successivi logici.
Sono 35 anni che ritengo di “dovere” alla Maria buona percentuale di quello che ho fatto di buono (sia professionalmente che nella vita privata).
In ultimo una strana coincidenza: se è vero, come è vero, che il piacevole (come giustamente lo definisce Jacopo) Chiti era gay, forse già sapete che anche la Maria in gioventù …. era stata colpita, durante il fascismo, da una “condanna” per omosessualità.
Ma secondo me era oltre la sessualità: non era materia, era spirito !
Ciao a tutti
Gherardo
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