domenica, maggio 30, 2004
da Francesco
Decisamente, Claudio e Gherardo hanno il potere di farmi sentire scemo con i loro giochini logico-matematici. Prima o poi proverò a cercare di risolverli anch'io, se ne riproporranno. Per ora, qualcosa sulla politica attuale secondo Claudio.
In effetti, penso anch'io che se qualcosa del "socialismo" si riaffaccerà in futuro, ciò sarà per il grado di disordine economico e sopratutto (forse) ecologico verso cui la nostra civiltà si sta avviando in conseguenza della globalizzazione, della tecnologia e dell'estensione dei consumi su avste aree della superficie del pianeta. Temo anche, in questo secondo caso, che una dura "dittatura ecologica" potrebbe rivelarsi molto diversa dalle nostre rappresentazioni convenzionali di socialismo.
Claudio può forse aiutarmi, però, a capire meglio il problema del disordine economico. E'paradossale che, una volta che la sinistra mondiale ha riconosciuto il mercato come motore dello sviluppo (assiene a qualche altro fattorello storico, naturalmente) la deregulation finanziaria e l'inquinamento vengano riconosciuti crescentemente come due possibili conseguenze proprio del mercato moderno, con esiti forse catastrofici. Io tendo a consolarmi pensando alla formula di Bad Godesberg ("mercato quando possibile, Stato quando necessario", mi pare); e all'idea di un "governo mondiale" consensuale, nel quale si riesca a definire una politica di equilibrio tra le principali esigenze umane, contemperandole.
Ma qualcosa mi dice che questo potrebbe essere wishful thunking, e basta. Io sono sempre stato molto più a destra di quanto dice di essere stato Claudio e vedo la cosa in questo modo. E' come se la Storia (sì, con la "S" maiuscola) abbia portato irresistibilmente (cioè, con la forza stessa delle cose e dell'esperienza storica del XXX secolo)la sinistra nel mondo là dove è adesso, sul campo delle privatizzazioni, del mercato, del riconoscimento della competizione economica. Ora, da questa posizione, forse più elevata della precedente, si possonio vedere in lontananza nuovole altrettanto fosche di quelle che suggerirono l'opportunità della nascita della vecchia sinistra, con il suo statalismo, limitazione del mercato, dittature del proletariato e fronti antifascisti.
Insomma, mi pare che, anche nel nuovo millennio, sia ancpra ragionevole non fare come lo struzzo e inquietarsi di nuove eventualità propriamente catastrofiche, storicamente fondate quanto la mutazione intima della sinistra.
Questo, Claudio, mi sembra somigliare un pò a uno di quei complicati giochini di cui parte di noi, più inteligenti di me, chiaramente, si dilettano su queste pagine. Naturalmente sarei molto interessato non solo a un tuo commento ma anche a quello di altri della quintaC.
In effetti, penso anch'io che se qualcosa del "socialismo" si riaffaccerà in futuro, ciò sarà per il grado di disordine economico e sopratutto (forse) ecologico verso cui la nostra civiltà si sta avviando in conseguenza della globalizzazione, della tecnologia e dell'estensione dei consumi su avste aree della superficie del pianeta. Temo anche, in questo secondo caso, che una dura "dittatura ecologica" potrebbe rivelarsi molto diversa dalle nostre rappresentazioni convenzionali di socialismo.
Claudio può forse aiutarmi, però, a capire meglio il problema del disordine economico. E'paradossale che, una volta che la sinistra mondiale ha riconosciuto il mercato come motore dello sviluppo (assiene a qualche altro fattorello storico, naturalmente) la deregulation finanziaria e l'inquinamento vengano riconosciuti crescentemente come due possibili conseguenze proprio del mercato moderno, con esiti forse catastrofici. Io tendo a consolarmi pensando alla formula di Bad Godesberg ("mercato quando possibile, Stato quando necessario", mi pare); e all'idea di un "governo mondiale" consensuale, nel quale si riesca a definire una politica di equilibrio tra le principali esigenze umane, contemperandole.
Ma qualcosa mi dice che questo potrebbe essere wishful thunking, e basta. Io sono sempre stato molto più a destra di quanto dice di essere stato Claudio e vedo la cosa in questo modo. E' come se la Storia (sì, con la "S" maiuscola) abbia portato irresistibilmente (cioè, con la forza stessa delle cose e dell'esperienza storica del XXX secolo)la sinistra nel mondo là dove è adesso, sul campo delle privatizzazioni, del mercato, del riconoscimento della competizione economica. Ora, da questa posizione, forse più elevata della precedente, si possonio vedere in lontananza nuovole altrettanto fosche di quelle che suggerirono l'opportunità della nascita della vecchia sinistra, con il suo statalismo, limitazione del mercato, dittature del proletariato e fronti antifascisti.
Insomma, mi pare che, anche nel nuovo millennio, sia ancpra ragionevole non fare come lo struzzo e inquietarsi di nuove eventualità propriamente catastrofiche, storicamente fondate quanto la mutazione intima della sinistra.
Questo, Claudio, mi sembra somigliare un pò a uno di quei complicati giochini di cui parte di noi, più inteligenti di me, chiaramente, si dilettano su queste pagine. Naturalmente sarei molto interessato non solo a un tuo commento ma anche a quello di altri della quintaC.
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