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mercoledì, maggio 26, 2004

claudio tris 

Mi rendo conto di non aver adeguatamente festeggiato il solutore del giochino sulle somme inglesi. Bravo ! (alla francese)a Massimo. Dedicherò un post apposito ad una serie di quizzetti, con punteggi per livelli di difficoltà. Così masochisti ed ingegnoni, avranno di che cimentarsi. Non escludo ricchi premi ....

Una primigenia idea di Stefano B. era quella di scrivere un libro a più mani, se non ricordo male...

Nella mia professione, tra le altre cose, aiuto le aziende a "farsi leggere/ascoltare". Per far ciò, ho creato un servizio, chiamato "Incipit", che precede le comunicazioni commerciali. "Posto" qui tre diversi "Incipit". Chi ne avesse voglia, e piacere, può provare a proseguirli...Chissà che , più teste, più mani e più fantasie, non consentano di arrivare da qualche parte inaspettata, interessante e divertente...

A proposito di arrivare in posti inaspettati, probabilmente sapete che Internet, e l'Hypertestualità, questo fanno: parti per andare in un sito, e ti trovi da tutt'altra parte.

Questo atteggiamento, è anche chiamato "Serendipity" parola che deriva dall'Isola di Serendippo (oggi Ceylon). Esiste tutta una filosofia della "serendipità" , che chi fosse interessato ad approfondire può in parte documentarsi qui

Il Prof. Brunetta, sì quello piccolino di FI spesso in Tv, mi diceva che secondo lui è come entrare in una enorme biblioteca per cercare un libro, e mentre ti incammini, i libri ti cascano in testa, casuali, interessantissimi...Non cercherai più quel che avevi in testa...

Per dirla tutta, penso che anche questo blog, che divaga, che saltabecca, che si emoziona e ride, che bucaioleggia e filosofeggia sia positivamente affeto da un bel po' di serendipità...

Pur a fatica, torno all'inzio...ecco tre "incipit" per le Vs. fantasie..



Primo incipit

Strani Intrecci al Sandy Dream Resort

“…James guardò l’ora. Il suo Rolex scintillava al sole di Paradise Island grazie a poche pigre gocce d’acqua che gli ricordavano il bagno appena fatto. Aveva di nuovo caldo Ma lui non era lì solo per divertirsi, anzi ! Attraverso i suoi Ray Ban osservava il secondo cottage del Sandy Dreams Resort, l’incantato romitaggio di quegli ospiti privilegiati.

Tra questi miliardari dalle ambigue ricchezze, James era esclusivamente interessato a Wan Tsoo, l’enigmatico proprietario della Global Developments …

Wan Tsoo era il suo target, per quella missione.

Quando la figura del suo bersaglio si stagliò nel patio, James non potè non dirottare lo sguardo sull’accompagnatrice del massiccio Wan Tsoo. Una bellezza inaudita e inadeguata per il flaccido Wan, aveva placato i suoni ed il mormorio degli astanti. In quel luogo pagano si era materializzata una Dea…

Una minuscola pochette di Hermes era quasi tutta la stoffa che aveva addosso… L’inconfondibile fragranza di Fracas la segnalò come un’attenta e colta tutrice della propria deità. Poteva avere 32-35 anni, ed aveva l’elasticità, la plasticità di una cauta pigra pantera. L’inserviente le aveva appena sistemato il telo sul lettino, che la Fata iniziò a sdraiarsi…Iniziare era davvero un termine calzante: dall’inizio, occorsero non meno di due lunghissimi minuti, prima che la perfetta armonia del flettersi del busto, il sedersi, il richiamare le lunghe e tornite gambe per poi stenderle ed infine giacere supina si completasse. Altri comuni mortali avevano invece accovacciato i loro corpi senza grazia in tre secondi. Altri, come James, erano in apnea da appunto due minuti. Niente avrebbe dovuto turbare quello spettacolo unico.

Finalmente James respirò, aveva perso di vista il suo grasso bersaglio e, seppure a malincuore , distolse per un attimo lo sguardo dalla bellissima sconosciuta.

Appena in tempo per vedere il tozzo Wan Tsoo, inerpicarsi su una improbabile , per lui, data la mole, Viper rosso fiamma e con quella scattare come una spia tra i palmizi.

Lui aveva la sua scintillante BMW blu cobalto che lo aspettava, ma anche la Dea sembrava aspettare qualcuno. Era forse lui ?

Tra l’inseguire Wan in mezzo alle palme ed usare le sue per massaggiare una schiena che chiedeva freschi balsami emollienti, la scelta fu facile. Wan Tsoo aveva cento miglia di mare intorno che non lo potevano proteggere da Lui. C’era, per quello, tutto il tempo.

Lui si chiese chi mai potesse proteggerlo da Lei…

Fu a quel punto che James, tra la sorpresa di tutti, fece un gesto inusuale ed improvviso e prese….



(proseguire, please...)


Secondo

Facciadaschiaffi

“Alessandro guardò con tranquillità gli occhi del sig. Laurenti, e gli sorrise.
Enzo Laurenti ricambiò un po’ assente lo sguardo. Sembrava pensieroso. Non preoccupato, no, ma assorto certamente sì. Poi, quasi meccanicamente, prese ciò che Alessandro gli stava porgendo, lo guardò a sua volta negli occhi, e sorrise a sua volta. Era una bella penna, con un bel tratto grande, rotondo. Era felice mentre sottoscriveva il contratto con la ditta di Alessandro, finalmente liberato dall’ansia della trattativa. Era quasi grato a quel venditore, che quasi gli aveva imposto, con ferma dolce determinazione, quell’impegno. Ma sì, Alessandro e la sua azienda erano certamente degni di fiducia.”
Alex chiamò in azienda.
-Ancora Facciadaschiaffi ?- chiese il direttore generale. –Si, ancora babyface- sogghignò il direttore commerciale.
-E scommetto che il cliente non sa nemmeno cosa ha firmato, perché i nostri prodotti sono migliori…-Il direttore generale non sapeva se ridere o piangere. Per lui Alessandro Capenti era un mistero. Lo chiamava facciadaschiaffi, per quel suo risolino a presa di culo che aveva perennemente stampato sulla faccia da adolescente. Un adolescente viziato di 45 anni, che continuava a mietere successi. Era idolatrato dal direttore commerciale, Bernardo, che così poteva permettersi un’amante costosa ed una Peugeot 607 ultimo grido. Baby face lo chiamava.
Lui invidiava quel sorriso da gaio furfante, quel parlare alla vaselina che corrodeva il senso comune dei clienti, ma era un fatto che Alessandro firmava, e firmava, e firmava.Accidenti se firmava…
Mai un reclamo.
Mentre Alessandro ritirava i suoi rari ed esclusivi Cohiba Lanceros da Franchino, il tabacchino in centro, il giovane Enrico lo tempestava di domande. Sapeva tutta la teoria. Aveva fatto tutti i corsi, nessuno escluso. AIDA (A-ttention-I-nterest D-ecision A-ction), neurolinguistica (occhi su, occhi in giù, soggeti visivi, uditivi, cinestetici ecc), era empatico ecc, ma….
Nonostante la giovane età sogghignava. Forse lui non era ancora il rudere Jack Lemmon di Americani, ma certamente Alessandro era Al Pacino in carne ed ossa. Che trattative ! Sempre nuove, ricche di fascino, di storie, di invenzioni…E quanti soldi faceva !
Quei Cohiba Lanceros costavano quanto il suo misero mensile, fatto di anticipi provvigionali e rimborsi spese…
Fu Alessandro, che disse le parole più belle di quella giornata da apprendista.
-Vieni, mettiamoci in ferie- Ora non si lavora, e proprio perché non si lavora, ti dirò quale è il mio segreto.
-Devi sapere….

(proseguire, please...)

Terzo

Un affare livornese

“Saverio era lì da 10 minuti. I bomboloni del Bar Marconi erano i migliori di tutto il Forte, ma se ne era già sparati sette ! Altro che colesterolo !!
Aveva un bel prendere il Sinvacor….E tutto per colpa di Marco. Quanto ci metteva, c…zzo !
Marco, in quel momento era dal Moroni, sì proprio quella bella testina del Glauco. Accidenti ai fidi !!…
Glauco Moroni era il tipico bancario noioso, e noiosamente stava facendo uggia a Marco, che era sulle spine per via di Saverio, era in grave ritardo per l’appuntamento, e per quello che dovevano combinare.…Insomma, un ginepraio, uno stare scomodi, per un’esubero da nulla, temporaneo, come diceva Marco, sogghignando, o per un come s’infervorava il povero Moroni. Di tutti i dannatissimi clienti che vonno solo i’ vaini (i pensieri di Glauco sono spesso in livornese, come la sua origine) e’un pagar dazio pegl’interessi, Marco era quello che lo faceva dannà di più. Un’ lo rispettava punto.
-O Glauco, tu se’ proprio una palla: tu dev’essè l’unico livornese noioso sulla faccia di questa terra…- Insomma, di quanto devo rientrà ?!
Il Moroni era inebetito: come, ‘sto cialtrone un sapeva nemmeno i su’ debiti. Maremmacane !
-Son set-tan-tot.to milioncini, ottanta con le spese e un po’ d’interessi per l’extra fido- scandì bene Glauco.
Marco penso all’incontro con Saverio. Le cambiali ce l’aveva belle che in tasca, ci sarebbe voluto due/tre giorni, poi magari gli spostamenti…Si, insomma, si poteva fare: -va bene se te li porto tra una settimana ?-
Glauco Moroni, che gli avrebbe dato anche un anno di tempo, a qui’ bischero dongiovanni, pur di levarselo di torno, lo fece soffrire un po’, facendola dimolto lunga, ma poi acconsentì ad aspettare “ben” una settimana. Che faina di bancario !
Marco uscì di banca, e pensò che balla raccontare a Saverio, il su’ amicone.
Bisognava proprio essere svelti, per far su’ quella pigna di ‘vaini….
Quando Saverio lo vide, il problema non era il colesterolo, ma la pressione. L’era a mille, da quanto era incazzato: un’ora di ritardo…E sì, che c’era da combinare quel lavoretto con lo Sbrana…”

(proseguire, please...)

Ciao

claudio













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