domenica, marzo 14, 2004
Caro Stefano B, grazie della lettera e grazie Claudio che hai prontamente approntato l'arena..
Mi pare che a parte poche illuminate presenze, al grosso dei vecchi di allora (i genitori?) gli anni della nostra giovinezza non paressero "anni mitici": per loro - giustamente - gli anni mitici erano quelli della loro giovinezza. Quel periodo, per loro fu una rottura di coglioni; figli che gli arrivavano a casa con gli orecchini; che scappavano di casa, che finivano galera. Non che non li si possa capire.
Circa il contributo generazionale, non c'e' di che star troppo contenti: quando si parla di quegli anni, gli si concede una particolarita' che porta dritti dritti a una minoranzina (quella insalata mista ad ampio spettro che con un termine autocompiaciuto qualcuno chiamo' - a posteriori - il movimento), che continua a identificare con se stessa - erroneamente - l'intera societa'. Mi pare che invece - come sempre - disonesti e onesti, intelligenti e coglioni, ricchi e poveri, mamas and papas, tutti abbiano fatto il percorso da allora a rotta di collo e siano cambiati.
Questo mondo come e' ora non lo abbiamo fatto da soli. Al manipolo non va neppure il vanto di aver dato un contributo unico alla lunga marcia, allo sforzo corale di auto -ridefinizione della borghesia in middle class. La nostra variegata risma ha preso parte all' evoluzione di...come chiamarlo...il commento intelligente?
Un frammento di qualche pregio, cui e' toccato registrare lo scollinamento da un secolo all'altro. Tanto attenti eravamo, che la tanto attesa rivoluzione stava avvenendo sotto i nostri occhi e pochi se ne erano accorti. Mentre tutti erano li' a cercar di sposare un qualche ideale che inscatolasse l'infinita varieta' del creato, queste benedette televisioni con tastiera stavano sovvertendo tutto.
Il processo, velocissimo, e' stato tuttavia molto piu' lungo di quanto di quanto non sia sembrato. Il momento e' stato particolare - vero, un caso particolare - il momento dello stacco della foglia; bisognava liberarsi di un po' di ciarpame; per far posto a quello nuovo.
I paragoni generali tra i due periodi sono impropri. Personalmente riconosco al mondo di ora il pregio di essere, se non altro, nuovo. Fu vera gloria? Ai postumi l'ardua sentenza.
Saluti a tutti
Mi pare che a parte poche illuminate presenze, al grosso dei vecchi di allora (i genitori?) gli anni della nostra giovinezza non paressero "anni mitici": per loro - giustamente - gli anni mitici erano quelli della loro giovinezza. Quel periodo, per loro fu una rottura di coglioni; figli che gli arrivavano a casa con gli orecchini; che scappavano di casa, che finivano galera. Non che non li si possa capire.
Circa il contributo generazionale, non c'e' di che star troppo contenti: quando si parla di quegli anni, gli si concede una particolarita' che porta dritti dritti a una minoranzina (quella insalata mista ad ampio spettro che con un termine autocompiaciuto qualcuno chiamo' - a posteriori - il movimento), che continua a identificare con se stessa - erroneamente - l'intera societa'. Mi pare che invece - come sempre - disonesti e onesti, intelligenti e coglioni, ricchi e poveri, mamas and papas, tutti abbiano fatto il percorso da allora a rotta di collo e siano cambiati.
Questo mondo come e' ora non lo abbiamo fatto da soli. Al manipolo non va neppure il vanto di aver dato un contributo unico alla lunga marcia, allo sforzo corale di auto -ridefinizione della borghesia in middle class. La nostra variegata risma ha preso parte all' evoluzione di...come chiamarlo...il commento intelligente?
Un frammento di qualche pregio, cui e' toccato registrare lo scollinamento da un secolo all'altro. Tanto attenti eravamo, che la tanto attesa rivoluzione stava avvenendo sotto i nostri occhi e pochi se ne erano accorti. Mentre tutti erano li' a cercar di sposare un qualche ideale che inscatolasse l'infinita varieta' del creato, queste benedette televisioni con tastiera stavano sovvertendo tutto.
Il processo, velocissimo, e' stato tuttavia molto piu' lungo di quanto di quanto non sia sembrato. Il momento e' stato particolare - vero, un caso particolare - il momento dello stacco della foglia; bisognava liberarsi di un po' di ciarpame; per far posto a quello nuovo.
I paragoni generali tra i due periodi sono impropri. Personalmente riconosco al mondo di ora il pregio di essere, se non altro, nuovo. Fu vera gloria? Ai postumi l'ardua sentenza.
Saluti a tutti
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